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Attualità | 18 dicembre 2023, 11:21

Appello per salvare il gattino Bruno: “Necessita di trasfusioni, ma cerchiamo una cura per il suo midollo”

Il piccolo felino di dieci mesi, un grazioso British shortair, è ricoverato da quattro giorni nella Clinica San Giorgio di via Piave. La proprietaria: “Abbiamo bisogno di aiuto da parte di veterinari o proprietari di gatti che hanno avuto lo stesso suo problema”

Appello per salvare il gattino Bruno: “Necessita di trasfusioni, ma cerchiamo una cura per il suo midollo”

Da quattro giorni Bruno, un gatto British shorthair di quasi dieci mesi, vive nella Clinica San Giorgio di via Piave perché ha bisogno di una trasfusione di sangue al giorno. Samantha, la sua padrona, ha notato improvvisamente una macchia sul sopracciglio, alcune petecchie nelle orecchie e nelle parti di pelle visibili e il sanguinamento delle gengive dell’animale, e ha pensato di portarlo la mattina seguente dal veterinario per cercare di capire qualcosa in più. 

“Era un po’ abbacchiato, ma non sembrava stare male. L’ho lasciato a digiuno per scrupolo, pensando magari che dovesse fare degli esami, altrimenti penso avrebbe mangiato”, racconta. Purtroppo, però, i test eseguiti su Bruno non hanno dato buone notizie: “Il nostro gatto ha i valori delle piastrine a terra, e senza trasfusioni non può sopravvivere. Purtroppo trovare del sangue non è semplice, le cliniche non ne hanno a disposizione e lo fanno arrivare dal Portogallo con costi elevati: una sacca costa circa 300 euro e va utilizzata immediatamente, non può essere conservata. Oltre al costo del sangue c’è poi il costo della clinica, e sicuramente non è una spesa che tutti possono permettersi di sostenere”. L’appello di Samantha, però, non è finalizzato alla raccolta fondi: “Fortunatamente per ora possiamo permetterci di sostenere le spese, anche grazie all’aiuto della nostra famiglia. Abbiamo bisogno di aiuto da parte di veterinari o proprietari di gatti che hanno avuto lo stesso problema di Bruno, per cercare di avere una diagnosi e di conseguenza poterlo curare”.

Già, perché se è chiaro che le piastrine dell’animale sono con valori bassissimi, è necessario trovare la causa di questo problema. 

“La prima trasfusione è stata fatta con il sangue di Fiocco, l’altro nostro gatto: abbiamo rischiato perché pesa meno di quanto consigliato dalle linee guida, ma non avevamo altra soluzione per salvare la vita di Bruno. Altri ci hanno poi aiutato, sia gli allevatori da cui ho preso Bruno, sia un’altra allevatrice di Savona che si è prodigata per diffondere l’appello. A volte è facile condividere un post su Facebook, ma poi passare all’atto pratico non è per tutti”.

Dopo la trasfusione, però, i valori tornano ad abbassarsi: “I veterinari hanno diagnosticato una grave anemia non rigenerativa. Dopo 4 giorni di ricovero in clinica ancora si brancola nel buio, ci dicono che il midollo potrebbe anche riprendersi, ma non abbiamo la certezza. Con le trasfusioni non si può andare avanti all’infinito. Se il gatto fosse moribondo lo lasceremmo andar via, ma lui mangia, è attivo, sembra star bene: per questo non possiamo arrenderci”.

Per aiutare Bruno è possibile contattare la Clinica San Giorgio o Samantha, la proprietaria. “È un po’ come mettere benzina in un serbatoio bucato: la macchina funziona, ma perde carburante e smette di funzionare se non viene riempita costantemente. Così ci hanno detto. Speriamo di trovare una soluzione, siamo legatissimi a Bruno”.

 

Chiara Orsetti

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