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Cronaca | 07 maggio 2024, 11:59

Posti di lavoro e alloggi popolari in cambio di voti: sulla lista Toti anche l'ombra del voto mafioso

Nei guai il capo di gabinetto Matteo Cozzani, insieme a Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, rappresentanti della comunità di Riesi a Genova. I magistrati: "Reato di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova”

Posti di lavoro e alloggi popolari in cambio di voti: sulla lista Toti anche l'ombra del voto mafioso

Il terremoto che questa mattina ha colpito la Regione Liguria con l’arresto del presidente Giovanni Toti sta avendo ripercussioni a catena, innescate dall’indagine condotta dalla Guardia di Finanza.

A finire ai domiciliari è stato anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio desto di Toti. Per lui, come riportato dai verbali della Finanza, l’accusa è quella di aver agevolato il clan Cammarata del mandamento di Riesi, a Caltanissetta per permettere infiltrazioni a Genova.

In cambio di voti, almeno quattrocento verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ e verso Stefano Anzalone e altri candidati non sottoposti a indagini, sarebbero stati promessi posti di lavoro e appartamenti di edilizia residenziale alla comunità riesina a Genova.

A Cozzani, coordinatore regionale della campagna elettorale di Toti, e a Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, rappresentanti della comunità a Genova, viene dunque contestato il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni del settembre 2020.

Sarebbe stato messo in piedi dunque un accordo con alcuni esponenti di famiglie vicine alla criminalità organizzata della Valpolcevera per convogliare un pacchetto di preferenze proprio sul candidato. Un accordo portato avanti proprio dai Testa e colpiti da un obbligo di dimora a Blotiere.

Sempre nell’ambito della corruzione, a Toti e Cozzani è stato contestato l’aver accettato la promessa di Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulti di alcuni passaggi pubblicitari sul maxischermo di Terrazza Colombo, durante le comunali del ’22, soldi che sarebbero arrivati a fronte dello sblocco di due pratiche pendenti in regione e relative alle aperture dei punti vendita di Sestri Ponente e Savona.

Secondo i magistrati che stanno indagando sul caso, dunque, questo sistema avrebbe influenzato per anni diverse operazioni politiche e amministrative.

Redazione


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