Diciotto anni fa se ne andava Emanuele Luzzati. Personaggio e personalità poliedrica e affascinante, ha lasciato con il suo lavoro un segno indelebile nel mondo del teatro, dell'illustrazione e della scenografia. Nato a Genova il 3 giugno 1921, Luzzati è stato un artista di rara versatilità, capace di far convivere l'immaginazione con l'eleganza visiva, donando vita a scenografie indimenticabili e a racconti animati da un'estetica che ha saputo conquistare grandi e piccoli.
La sua carriera prolifica lo ha portato a collaborare con alcune delle istituzioni teatrali più prestigiose, tra cui il Teatro alla Scala di Milano e il Royal Opera House di Londra ma, nonostante la sua fama internazionale, Luzzati ha sempre mantenuto un forte legame con la sua città natale, diventando uno dei simboli culturali della nostra città.
Diplomatosi in Belle Arti a Losanna a causa delle leggi razziali che nel 1938 lo costrinsero a lasciare l'Italia, Luzzati ha saputo trasformare l'esilio in opportunità, sviluppando una sensibilità artistica che ha attraversato ogni sua opera. Il suo stile inconfondibile, caratterizzato dall'uso di colori vivaci, materiali poveri e forme stilizzate, è stato influenzato tanto dall'arte popolare quanto dai grandi maestri dell'arte rinascimentale italiana.

L’approccio innovativo alla scenografia di Emanuele Luzzati è stato uno degli elementi che lo hanno reso immortale nel mondo del teatro: ha saputo reinterpretare i testi classici, portando in scena l'immaginario fantastico di opere come Il flauto magico di Mozart o L'Orlando furioso di Ariosto. Le sue scenografie, caratterizzate da una dimensione onirica e fiabesca, hanno trasportato gli spettatori in mondi lontani, mantenendo però sempre un tocco di umanità e umorismo.
Non solo: Luzzati è stato anche un pioniere nel campo dell'animazione. Insieme a Giulio Gianini, ha dato vita a cortometraggi animati che hanno segnato la storia del cinema italiano. Due delle loro opere, La gazza ladra (1965) e Pulcinella (1973), sono state candidate agli Oscar, un riconoscimento che testimonia l'eccezionale valore artistico dei loro lavori. L'uso del découpage, una tecnica che Luzzati ha saputo trasformare in arte, ha donato ai suoi film una qualità unica, con personaggi che sembrano danzare su fondali ricchi di dettagli e colori.
Luzzati ha sempre considerato l'arte come uno strumento di libertà, un mezzo per evadere dai limiti imposti dalla realtà e per dare voce all'immaginazione. La sua capacità di reinventare mondi, personaggi e situazioni lo ha reso uno degli artisti più amati del Novecento. Anche se ci ha lasciato il 26 gennaio 2007, il suo spirito creativo continua a vivere attraverso le sue opere, che restano un simbolo di fantasia, eleganza e gioia.

Dal 2023 una delle sue sculture scenografiche più celebri è ammirabile nel belvedere dedicato al regista Tonino Conte, sopra ai Giardini Luzzati: dopo essere stata spostata da Porta Siberia, dove era posizionata davanti al museo dedicato all’artista al Porto Antico, è stata restaurata e ricomposta secondo il modello originale. In questo modo, e in questo luogo, due dei grandi visionari che hanno reso celebre la cultura genovese hanno trovato uno spazio comune di condivisione.














