Perché non realizzare una funicolare sotterranea al Lagaccio, invece della funivia? La proposta arriva da Mario Caraffini, architetto, insegnante al Liceo Cassini e consigliere municipale del Municipio Centro Ovest, che ha espresso la sua visione alternativa sui social, suscitando un dibattito interessante sulle possibili alternative al progetto che, fin dagli albori, ha suscitato preoccupazione e perplessità nei residenti del quartiere interessato dalla realizzazione.
Il progetto prevede infatti la costruzione di un impianto che collegherà la Stazione Marittima a Forte Begato, con una fermata intermedia proprio al Lagaccio. “La mia proposta è stata un po’ una boutade, ma se la funivia passa sopra le nostre teste, perché non farla passare sotto?” chiarisce subito Caraffini, che sottolinea come il problema principale dell’attuale progetto risiede nella sua inutilità per i residenti: “Non ha fermate intermedie. Ne ha una, sì, dopo la caserma Gavoglio, ma è una fermata a settanta metri dal centro abitato. Chi deve semplicemente spostarsi nel quartiere non la troverà utile”.
La sua proposta prevede un percorso simile a quello della storica funicolare di Granarolo, ma con un tratto iniziale sotterraneo che parte dalla stazione Principe, passando sotto i binari della ferrovia, per poi risalire verso Forte Begato. “L’idea è quella di non passare nel fondo della valle del Lagaccio, ma di sfruttare il versante sinistro, come fa la funicolare di Granarolo sul lato destro della valletta”, spiega Caraffini.
Il progetto della funivia, pur bello e suggestivo, sembra pensato più per i turisti che per i residenti. “È un bel gioco – ammette l’architetto – salire sulla funivia e vedere la città dall’alto dev’essere divertente, ma si tratta di un servizio pensato principalmente per i crocieristi. Se spendiamo soldi pubblici per un’opera, dobbiamo cercare di creare anche un servizio per i quartieri, specialmente quelli meno fortunati dal punto di vista infrastrutturale come il Lagaccio”.
Il consigliere municipale sottolinea inoltre come il Lagaccio, Oregina e i quartieri limitrofi, pur essendo vicinissimi al centro, siano di fatto isolati a causa delle difficoltà viarie. “Una funicolare che serva questi quartieri, con fermate strategiche, potrebbe risolvere parte di questi problemi e sarebbe utile anche ai turisti”, aggiunge.
Quando si parla di grandi opere, non possono essere trascurate le problematiche legate alla conformazione del territorio genovese. “Genova è una città costruita su muri di sostegno, molti dei quali hanno più di centocinquant’anni – ricorda Caraffini – e con il cambiamento climatico stiamo già vedendo i primi segnali di cedimenti”. Il recente crollo di un muraglione in via dei Cinque Santi, proprio al Lagaccio, e il muro pericolante di via Oberto Cancelliere sono solo gli ultimi esempi di una situazione che preoccupa sempre di più. “La città si dovrà porre il problema del monitoraggio e della manutenzione di queste strutture, perché i rischi idrogeologici sono reali e crescenti”.
L'idea di una funicolare sotterranea si inserisce in un dibattito più ampio sulla mobilità e le infrastrutture genovesi. Caraffini cita esempi di altri quartieri, come Marassi, dove da anni si discute di progetti simili, come tramvie di superficie o sistemi di trasporto alternativo, come lo Skymetro, che però presentano anch'essi difficoltà. "La tramvia a raso potrebbe offrire grandi vantaggi, con fermate frequenti, ma i cantieri sarebbero molto più invasivi e complessi," riflette l’architetto. "Lo Skymetro è una soluzione meno impattante, ma non è efficiente quanto una linea di tram a raso, che servirebbe meglio la popolazione."
Infine, Caraffini sottolinea l'importanza di sfruttare al meglio i fondi attualmente disponibili per progetti infrastrutturali. "Oggi, la grande differenza rispetto al passato è che ci sono i soldi," afferma, riferendosi alle possibilità offerte dal PNRR. "Dobbiamo evitare di farci prendere dall'urgenza e pensare a soluzioni che siano efficaci nel lungo periodo, non solo per il turismo, ma per i cittadini."