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Attualità | 18 agosto 2025, 08:00

Oltre novantamila ravioli fatti a mano per salvare l’entroterra, torna la Sagra di Ternano

Da oltre quarant’anni, tre serate di festa uniscono generazioni nel segno della solidarietà. Passadore: “Ogni abitante contribuisce, è tutto un paese che si anima”

Oltre novantamila ravioli fatti a mano per salvare l’entroterra, torna la Sagra di Ternano

Da oltre cinquant’anni, nella seconda metà di agosto, Ternano di Valbrevenna diventa una meta di richiamo per tutta la vallata e non solo grazie alla sua Sagra dei Ravioli, un appuntamento estivo tra i più attesi e consolidati della regione.

Anche per l’edizione 2025 fervono i preparativi e tutto il paese, già da inizio estate, si sta dando da fare per quella che non è solo una grande festa gastronomica ma è anche e soprattutto un momento di rinascita e di rafforzamento della comunità.

Quest’anno si partirà il 21 agosto, con al prima di tre serate, fino ad arrivare all’ultima, il 23.

Centinaia saranno le persone a sedersi ai tavoli e a gustare i ravioli di Ternano, piatto forte dell’appuntamento, preparati secondo la ricetta che si tramanda da generazioni.

Facciamo 100.000 ravioli a mano - racconta con orgoglio Lorenzo Passadore, consigliere della Pro Loco -. Ci mettiamo tutti insieme a collaborare. Anziani, quarantenni, cinquantenni, bambini, tutti insieme a collaborare”.

Il menù, oltre ai ravioli, offre carni alla brace, trippe, pasta e fagioli, contorni di stagione e dolci tradizionali.

Un’occasione per scoprire la bellezza di questo paese, al confine tra Liguria e Piemonte, a proposito Passadore aggiunge: “Ternano, conta meno di mille abitanti. Ma d’estate il paese rinasce: si riaprono le case, si torna a vivere. Da giugno alla sagra, ogni abitante contribuisce in modo concreto: c’è chi cucina, chi pulisce il campo, chi serve ai tavoli, chi si occupa del circolo di San Bernardo che resta attivo tutto l’anno”.

La festa non è mai stata solo una cena: "Negli anni d’esordio - ricorda Passadore - vennero anche artisti come Claudio Villa, Nilla Pizzi o Piero Parodi per lanciarla. Da quel momento in poi, si è trasformata in un lavoro di squadra in cui tutti garantiscono la buona riuscita dell’evento”.

Passadore prosegue: “Tutti i sabati di giugno li passiamo a preparare il ripieno, siamo una quarantina di persone impegnate a stendere la pasta, chiudere i ravioli e a seguire tutte le regole necessarie per la preparazione. Chiunque entra in contatto con il cibo ha l’HACCP”.

La Sagra è molto più di un momento conviviale: è una cartina tornasole della vitalità territoriale. Durante le serate, anziani e giovani ballano insieme mazurche, valzer e balli moderni, mentre i più piccoli possono giocare sul prato.

"Il ricavato - sottolinea Passadore - serve per sostenere le iniziative del paese. In modo particolare quello del circolo di San Bernardo, attivo tutto l’inverno, che apre i sabati e le domeniche per garantire un presidio sul territorio anche quando le giornate sono corte e buie. Le persone si incontrano al circolo ed è anche questo che tiene vivo il paese”.

Non solo, perché il ricavato ha finanziato anche alcuni restauri della chiesa, che rientra sotto la diocesi di Tortona: “Un anno abbiamo ristrutturato il tetto, un altro anno li abbiamo aiutati con dei lavori di rifacimento. Insomma, ogni anno cerchiamo di abbellire un po’ il paese”.

Non resta dunque che andare a scoprire questo splendido luogo: “Si comincia alle 19 - conclude Passadore - saranno tre serate di festa. E se dovesse piovere, abbiamo la domenica come bonus”.


 

Isabella Rizzitano

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