Da qualche giorno, passeggiando al Porto Antico, non è possibile non notare le affascinati e a tratti 'surreali' impalcature che avvolgono parte del Bigo, la famosa infrastruttura architettonica realizzata dalla creatività e genialità di Renzo Piano in occasione dell’Expo Colombiano del 1992, installate intorno ai 'pennoni' affacciate direttamente sul mare.
Proprio il Bigo, quindi, è e sarà oggetto di un 'restyling', costato complessivamente un milione e ottocentosettanta mila euro e affidato a una ditta di Legnano, la 'Donelli Srl', che si articolerà in due fasi contraddistinte e che vedranno, alla fine dei lavori, un Bigo totalmente ripulito e riverniciato nella sua totalità.
Quello che ci si chiede, considerando la zona e la struttura è: com'è stato possibile installare tali impalcature su una struttura del genere? A tal proposito ne abbiamo parlato con Fabio Silla, il responsabile dell'ufficio tecnico area Porto Antico.
"Volendo banalizzare, parliamo di un lavoro che prevede la riverniciatura del Bigo - racconta -. La parte, però, più difficile è stato arrivare a come pitturare il Bigo, essendo che operiamo su una struttura alta oltre quaranta metri, con tutti i tubolari che si diramano in varie direzioni".
Nel dettaglio, prima di arrivare al come sono state installate le impalcature, analizziamo quella che sarà l'attività nel concreto: "Faremo un lavaggio complessivo di tutto il Bigo, cercando di asportare tutte quelle parti di pitturazione preesistenti che sono attualmente in fase di distacco, quindi vecchia. Nessuno, ad oggi, ha mai fatto attività di pitturazione totale se non qualche ritocco nel corso degli anni: tant'è vero, che si vedevano le macchie. Perciò, noi andremo a rimuovere proprio queste parti di stacco e successivamente, secondo un processo applicativo dei vari strati, lo ripittureremo. Ci sarà, in sostanza, una fase di spazzolatura e aspirazione delle bolle per poi riverniciare in vari cicli", afferma Silla.
Le difficoltà, trattandosi di un lavoro unico, nel senso che si tratta di un'opera articolata considerando la struttura stessa del Bigo, sono sorte fin da subito in fase di progettazione: "L'aspetto più difficile non era cosa o che tipo di vernice applicare, bensì come arrivare proprio all'applicazione - chiarisce il responsabile dell'ufficio tecnico -. Avevamo fatto un capitolato abbastanza aperto, quindi l'impresa poteva assolutamente personalizzarlo, ma in linea di massima l'ipotesi che avevamo fatto era quella inizialmente di impiegare o alpinisti o piattaforme aree, per intenderci i classici cestelli che si vedono per strada durante la sostituzione delle lampadine dei lampioni ma ovviamente più grandi".
Ipotesi che, però, non ha convinto il team perché "non era oggettivamente bellissima l'idea di vedere questo tipo di lavoro con alpinisti o operai appesi ad un cestello, oltre al fatto che sarebbe stato complicato controllare l'applicazione delle pitture e ci si sarebbe dovuti affidare, in senso buono, alla bontà del lavoro effettuato dai singoli operai".
Alla fin fine, la scelta dell'impresa operatrice è ricaduta proprio su quella di Legnano: "Ci ha offerto il lavoro con la costruzione di ponteggi, che è quello che oggettivamente abbiamo preferito e tant'è vero che oggi osserviamo una realizzazione che raggiungerà l'80%, se non oltre, delle superfici da trattare", racconta.
Le impalcature sembrano surreali: avvolgono i pennoni e affacciano direttamente sul mare. "Siamo solo all'inizio, perché attualmente ci troviamo nella fase di montaggio dei ponteggi - prosegue Silla -. Adesso le persone possono osservare i ponteggi installati sul pennone verticale, quello dritto al centro, e su i due pennoni che reggono la tenda della tensostruttura della pista, che sono già agibili. Adesso bisogna realizzare i ponteggi ancora su quattro pennoni, quelli inclinati e più corti verso il mare, oltre ad un quinto che è quello che sorregge l'ascensore del Bigo: quest'ultimo lo faremo, come da cronoprogramma, fra quattro giorni e quindi pian piano si vedrà tutta la struttura completamente ponteggiata".
La struttura che si può osservare è "più moderna rispetto ai classici ponteggi e permette una miglior modularità e flessibilità nella costruzione perché è 'spazionale'", chiarisce Silla. Nel dettaglio "parliamo di una struttura che è autoportante, quindi mai collegata ai pennoni e che non si sorregge a questi, perché i pennoni devono continuare a muoversi indipendentemente dal ponteggio e, di conseguenza, il ponteggio è a sé stante rispetto alla struttura del Bigo, che continua e continuerà a lavorare nel suo range quotidiano, muovendosi con il vento e seguendo le varie tensioni a cui è sollecitato".
Le tempistiche? il cronoprogramma, della prima parte, è previsto a metà giugno ma "non per quanto riguarda il bigo, che è previsto, invece, in due anni di lavoro" precisa Fabio Silla: "La prima fase, relativa ai ponteggi, è fissata a metà giugno 2025 salvo grossi imprevisti, come pioggia intensa, mentre la seconda parte, che è la rimanente sommitale dei pennoni sia dell'ascensore che di quelli presenti sopra la tensostruttura, saranno eseguiti nel 2026 grosso modo nel medesimo periodo di quest'anno. Ci tengo a precisare - prosegue - che non saranno più presenti il ponteggio: questi saranno smontati a giugno e mai più montati. Il prossimo anno, quindi, saranno presenti solo alpinisti e gru, dove nella fase iniziale il ponteggio non era possibile".
Tra gli aspetti che Fabio Silla tiene a precisare, inoltre, anche il pensiero rivolto al rispetto dell'ambiente che, durante la fase di riverniciatura, sarà centrale: "Abbiamo cercato di curare questo aspetto con l'impresa: era uno dei requisiti della gara d'appalto - racconta -. Lavorando a quella quota, è possibile che una goccia di pittura vada giù e, per evitare che questa finisca in mare, sotto la zona di lavoro metteremo dei pontili galleggianti con sopra dei teli che impediranno ai residui di finire in acqua. Tutte le lavorazioni, come la carteggiatura, saranno effettuate con la presenza di macchinari che aspireranno contemporaneamente, quindi anche sul posto, al fine di evitare la fuoriuscita di polvere e residui per quanto possibile".
IL BIGO: CHE COS'È? ECCO UNA BREVE STORIA
Il Bigo è una struttura progettata da Renzo Piano, famoso architetto genovese, per le Colombiadi, l'Expo Internazionale Specializzata, del 1992. Nome e design si ispirano proprio al 'bigo', ovvero la gru usata per il carico e lo scarico delle merci, che una volta si trovava sulla coperta delle navi mercantili.
Doveva, quindi, essere un simbolo ricollegabile all'Expo che era incentrata sul mare, e dunque da qui l'idea di puntare sul commercio marittimo, che ha reso e rende tutt'ora la città di Genova famosa nel mondo.
Questa infrastruttura, con i suoi 'bracci' che si aprono come un ventaglio, ha la funzione anche di sostenere il tendone di Piazza delle Feste. dove ogni inverno torna la pista di pattinaggio sul ghiaccio, e svolge in particolare un'importante funzione turistica.
Proprio, quindi, per la sua funzione attrattiva, è dotato di un ascensore panoramico che parte ogni dieci minuti per salire fino a circa quaranta metri di altezza ruotando a trecentosessanta gradi, proponendo un panorama mozzafiato: da quell'altezza, infatti, è possibile intravedere lo skyline della città intera, dal mare alle alture, passando per i tetti del centro storico, i campanili, la Lanterna, e il porto.