Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
Via San Luca è un vero e proprio contenitore di storia e architettura che racconta le evoluzioni genovesi anche attraverso le vicissitudini delle famiglie potenti che l’hanno amministrata, lasciando un eco profonda che si riverbera ancora oggi.
Tra questi, c’è palazzo di Stefano De Mari, un palazzo situato in una posizione strategica tra l’antico albergo Spinola e il palazzo De Mari di Banchi.
Costruito nel XVI secolo su preesistenze medievali della famiglia Spinola, venne incluso nei Rolli di Genova a partire dal 1588 e legato alla famiglia De Mari, protagonisti della scena economica e politica della Repubblica.
Stefano è certamente uno dei protagonisti e la sua figura emerge con rilevanza nella storia di questo palazzo.
Nobile influente, fu spesso candidato al dogato, che ottenne nel 1663. La sua famiglia, legata alla Spagna e a Napoli per affari e commerci, consolidò la propria influenza attraverso rapporti economici e dinastici. Il titolo di Principe Acquaviva di Napoli, riconosciuto a Carlo De Mari, nipote di Stefano e proprietario del palazzo nel 1798, è una ulteriore testimonianza questi legami.
L’edificio si distingue per il suo monumentale portale marmoreo tardo cinquecentesco, incorniciato da lesene doriche che sorreggono una trabeazione sormontata da un frontone triangolare spezzato. La facciata presenta un piano terreno in bugnato a fresco, con un’architettura illusiva che inquadra le aperture ai vari livelli.
All'interno, l’atrio, ristrutturato nel XIX secolo, conserva una targa commemorativa di un episodio del Risorgimento. Il cortile interno, su cui si affaccia un imponente scalone loggiato parzialmente tamponato, assicura luminosità e grandiosità agli ambienti. Di particolare interesse artistico è un affresco raffigurante Tobiolo e l’Angelo, attribuito al pittore Giovanni Battista Carlone e documentato da Castelnovi nel volume ‘La pittura a Genova e in Liguria’.
Sorto nel tratto centrale dell'antico carrubeous rectus (vico Dritto), oggi corrispondente a via del Campo, via San Luca e via di Canneto il Curto, il palazzo si inserisce in un contesto storico di primaria importanza per la città. Questo asse viario collegava la porta dei Vacca alle pendici della collina di Castello, cuore dell'insediamento medievale genovese.
Adibito principalmente a residenza, il palazzo, per via della sua storia e della sua architettura, rimane una testimonianza dei legami dei De Mari e del prestigio genovese del periodo.

















