Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Ci sono luoghi che raccontano la storia di una città meglio di qualsiasi libro, posti in cui le pareti sono intrise di un fascino che sa di fatica ma anche di gioia, racchiudendone l’essenza più autentica.
Uno di questi luoghi è la Trattoria Baciccia che con la sua insegna verde pare vegliare su via del Colle, ricordando con tenace fatica la Cheullia e quanto fu via Madre di Dio.
Dal Novecento (ma non ci sarebbe da stupirsi a scoprire che l’origine di questa trattoria affonda le sue radici ben prima) in questo piccolo ma accogliente luogo si tramanda il sapore autentico della cucina genovese.
Tovaglie a quadretti, piatti semplici ma gustosi, per un’atmosfera conviviale che accomoda, le une accanto alle altre, persone di ogni estrazione sociale.
Fondata con il nome ‘Da Filippo’, questa trattoria dal 1957 appartiene alla famiglia di Giancarlo Nanni. “Mio nonno, Giovanni Battista, detto appunto Baciccia, l’ha rilevata, poi è toccato a mia mamma alla fine degli anni Settanta, mentre dal 1992 sono ufficialmente entrato io. Il subingresso l’ho fatto nel 2006”.
Quella di Giancarlo è dunque la terza generazione alla guida della trattoria e oggi lui la porta avanti assieme alla cugina, Alessandra Tivelli.
"La nostra è la classica trattoria dove quello che c’è si mangia e i tavoli si condividono. Capita di sedersi accanto a sconosciuti: operai, avvocati, studenti e professionisti, tutti insieme per gustare un pasto genuino. L'ottanta per cento della clientela sa che qui funziona così e lo apprezza", spiega il titolare.
Il menù segue le stagioni e le tradizioni locali ma non mancano gli appuntamenti fissi come quello del venerdì con lo stoccafisso, o quello dei martedì d’inverno, quando non può mancare la trippa. “È solo per chi mi sta simpatico” scherza Giancarlo prima di proseguire "Facciamo tutto noi, il 90% delle preparazioni sono casalinghe. Solo qualche dolce lo compriamo in caso di necessità”.
Chi arriva dal Baciccia non può non incontrare il sorriso di Anselmo Nanni, papà di Giancarlo, novantaquattro primavere e un passato nei cantieri navali della Spezia.
Seduto al posto d’onore, Anselmo saluta chiunque arrivi nel locale scambiando qualche parola. E dietro agli arredi c’è proprio il suo zampino: i tavoli arrivano dalle navi smantellate dove Nanni, un tempo demolitore , lavorava. Persino il grande palo rosso al centro della trattoria potrebbe avere un passato marittimo, anche se il mistero resta.
Ogni tavolo racconta una pagina di storia, come quello 'sotto la televisione'. Giancarlo ricorda: "Mio nonno e mia mamma sono stati tra i primi ad avere la televisione in trattoria, era posizionata accanto alla finestra. Qui si radunavano i vicini e insieme guardavano i primi programmi della Rai. Quello per noi è e resterà sempre il tavolo 'sotto alla televisione'".
Nel corso degli anni, il locale ha visto passare tantissimi clienti, tra cui anche volti noti. "Di recente è venuto Maurizio Lastrico, un paio di volte. È simpatico, ma non diresti mai che è un attore comico perché è molto serio e riservato", racconta Giancarlo.
Nonostante il successo, gestire la trattoria non è semplice: "Aprire anche la sera? Ci abbiamo pensato, magari solo il venerdì o il sabato, ma siamo solo in tre e lavorare a pranzo è già molto impegnativo. I costi sono alti e un dipendente in più sarebbe utile, ma non semplice da sostenere”.
Intanto, la trattoria Baciccia continua a essere un punto di riferimento per chi vuole incontrare un angolo di quella Genova autentica, un tesoro prezioso che va salvaguardato.