Il Teatro Carlo Felice di Genova si prepara a voltare pagina, con l’obiettivo di consolidare i risultati raggiunti negli ultimi anni e aprirsi a nuove sfide. La nuova fase porta il nome di Michele Galli, nominato sovrintendente della Fondazione lo scorso 23 aprile dal Consiglio di Indirizzo e dal ministro della Cultura Alessandro Giuli dopo la stagione di Claudio Orazi, alla guida negli ultimi cinque anni.
Inizia così una fase che ha l’obiettivo di rafforzare il ruolo del teatro come polo culturale di riferimento a livello nazionale e internazionale, valorizzare il territorio ligure nel suo insieme, con particolare attenzione ai giovani, alle associazioni e alle realtà locali. La nuova governance si propone di incrementare le attività, migliorare l’attrattività del teatro in un contesto di crescente interesse turistico per la città, e intensificare il lavoro con le scuole e gli istituti culturali. Centrale sarà la collaborazione con figure strategiche del nuovo consiglio di indirizzo e il potenziamento della dimensione internazionale del Carlo Felice. Le istituzioni, dal Comune alla Regione, confermano il loro impegno economico e progettuale. Il futuro si gioca su qualità dell’offerta, incremento delle presenze e capacità di aprire il teatro a nuovi pubblici.
"Sto lavorando all’idea di un nuovo Carlo Felice, un teatro che guardi all'internazionalizzazione, alla valorizzazione e al coinvolgimento dei giovani, delle associazioni e delle realtà del territorio, non solo cittadine, ma dell'intera regione Liguria” spiega Michele Galli, questa mattina alla sua prima uscita ufficiale per la conferenza stampa di presentazione. La sua impronta, spiega, comincerà a vedersi già a partire dalla stagione 2025-2026, "in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento dei giovani", mentre la programmazione lirico-sinfonica a sua firma sarà visibile nella stagione 2026-2027. "Sono un appassionato di danza, ci sarà davvero spazio, già a partire dal 28 giugno con i Balletti di Nervi e poi nel proseguimento della stagione, anche a teatro" spiega, e non esclude l’apertura del teatro a eventi di musica popolare: “Tutto dipenderà dalla disponibilità e da ciò che si potrà concretamente realizzare. Sono entrato in carica ieri e devo ancora confrontarmi su tutte queste tematiche".
Sul versante organizzativo annuncia l'arrivo di un ufficio stampa: "Ho chiesto l’organigramma, ho preso visione delle posizioni vacanti e quanto prima si procederà alla copertura delle caselle dirigenziali ancora scoperte". Fondamentale anche la nomina del direttore artistico: “È una figura fondamentale, mi confronterò con il Consiglio di Indirizzo. In ogni caso, non credo che la decisione richiederà molto tempo" assicura Galli.
“Il mio compito è quello di produrre ogni azione che possa portare a un incremento costante del pubblico - spiega ancora -. Come ha detto bene il presidente, il sistema del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo è ancora fermo agli algoritmi del 2019, prima del Covid". Sulla politica degli abbonamenti e sul coinvolgimento dei giovani, rassicura: "Ci saranno senz’altro facilitazioni per i giovani. La mia attenzione verso di loro sarà totale e continua. Le politiche di prezzo saranno oggetto di valutazione, ma ogni azione utile a portare i giovani a teatro sarà messa in atto".
Consapevole delle criticità che lo attendono, a partire dalle tensioni sindacali, Galli aggiunge: "Sto attendendo il rientro dalla trasferta in Oman per convocare il tavolo unitario". E riguardo alla possibilità che lo sciopero venga sospeso, assicura: "Ce la metterò tutta".
“Più che di nuovo corso, credo sia corretto parlare di continuità con quello che è stato fatto in questi anni - commenta il presidente della Regione Marco Bucci -: un lavoro che ha portato il Carlo Felice a essere veramente il quinto teatro italiano per quanto riguarda l’ambito lirico sinfonico. Vogliamo continuare su questa strada. Dal mio punto di vista ciò che più conta è la visione di quello che si può e si vuole fare per la città. Ora abbiamo un nuovo Sovrintendente, siamo tutti allineati e andiamo avanti, la Regione Liguria è uno dei principali contributori della Fondazione, e voglio confermare il nostro impegno al fianco del teatro”. “Poi – ha aggiunto il presidente – c’è anche tutto un aspetto importante che riguarda il lato più strettamente culturale: vogliamo far crescere le serate di apertura del teatro, dalle circa 100 l’anno di oggi ad almeno 120, ma anche oltre, e possiamo farlo anche aprendo a contenuti diversi dalla sinfonica, che allo stesso tempo di sicuro non vogliamo diminuire. Sono stati effettuati dei tentativi negli anni passati in questo senso e hanno avuto successo. Quindi questa è una strada che vogliamo assolutamente intraprendere, come quella di far crescere gli abbonamenti e il numero dei biglietti venduti”.
“Inizia una nuova era, deve essere un’era che consolidi il percorso di risanamento finanziario che il teatro, con il supporto delle amministrazioni locali, ha intrapreso con successo in questi anni, ottenendo risultati tangibili. Al tempo stesso, deve essere un’era in cui il teatro cresca come punto di riferimento per un’offerta culturale che travalica i confini cittadini” aggiunge il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi. “Deve diventare un polo culturale di rilevanza nazionale e internazionale, soprattutto in un momento storico in cui Genova è interessata da flussi turistici in costante crescita. Bisogna quindi lavorare sulla qualità, sul marketing, sulla promozione. Per le amministrazioni locali, il Carlo Felice resta l’epicentro di un’offerta culturale da cui, credo, dipenderà in larga parte l’attrattività futura della nostra città. È molto importante, inoltre, il lavoro con le scuole. Voglio anche sottolineare la nomina del nuovo consiglio di indirizzo, che vede l’ingresso di figure molto capaci e qualificate, in grado di dare un nuovo slancio alla governance del teatro.
Penso al presidente del Conservatorio, con cui la sinergia sarà fondamentale, e al dottor Bongarrà, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, la cui presenza risponde a un’esigenza precisa: rendere il nostro teatro sempre più proiettato a livello internazionale. Accanto a loro, due figure storiche, il professor Musso e il dottor Menini, da tempo vicini al teatro, che ci aiuteranno a raggiungere questo obiettivo per noi così importante”.
Nato a Cremona nel 1963, Michele Galli è laureato in Giurisprudenza e ha maturato una ultraventennale attività come dirigente di importanti e prestigiose Fondazioni lirico-sinfoniche, Teatri di Tradizione e Festival musicali italiani, tra le quali la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro Comunale di Bologna, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro dell’Opera di Roma, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro Regio di Torino, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi – Teatro di Tradizione, la Fondazione Teatro di Pisa – Teatro di Tradizione - e il Palau de Les Arts di Valencia.
Negli ultimi tre anni è stato direttore generale della Fondazione Teatro di Pisa (Teatro di Tradizione), con compiti di direzione e organizzazione delle attività della Fondazione, gestione del personale, direzione e coordinamento in autonomia delle attività artistiche, tecniche, amministrative ed economico-finanziarie della Fondazione.