‘La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
“Sofia non lo sa” è più di un brano: è il punto d’incontro tra due vite parallele che per anni hanno viaggiato affiancate senza mai fondersi. Da una parte, la carriera di architetto di Alessandro Ponte, cresciuto professionalmente tra alcuni degli studi più importanti di Genova come quello di Renzo Piano, e protagonista di progetti di rilievo nazionale. Dall’altra, la passione segreta e mai sopita per la musica, coltivata fin da bambino con una chitarra in mano e la capacità di imparare a suonare a orecchio, senza studi accademici né maestri.
Ponte ha deciso di dare voce a quell’anima rimasta “indisciplinata”, scegliendo come primo passo un brano intimo e avvolgente: Sofia non lo sa.
Pubblicato da Level Up Dischi e rifinito dal mix e mastering di Luca Grossi, il pezzo si muove sui ritmi morbidi della bossa nova, portando con sé leggerezza, eleganza e una dedica speciale: quella alla figlia Sofia, osservata con stupore nei suoi primi anni di vita.
“Le prime idee risalgono a quando aveva tre o quattro anni - racconta Ponte -. È difficile tradurre in parole i sentimenti di un padre. Ho cercato di trovare metafore personali, evitando il già sentito. Ma più che le parole, è la musica ad avere il ruolo centrale: il testo si appoggia a essa, non il contrario.

La scelta della bossa nova non è casuale: Ponte la suonava già al liceo con gli amici, attratto dalla sua capacità di trasportare altrove, dall’altra parte dell’oceano. “È un ritmo che viene naturale, che scorre nelle dita - spiega -. Ho sempre ascoltato molto la musica brasiliana, da Jobim a Chico Buarque, e quella leggerezza mi è rimasta addosso. In questo pezzo credo si senta!”.
Il risultato è un brano dall’orizzonte internazionale ma con radici ben piantate a Genova, città che Ponte porta sempre con sé, sia nel lavoro di architetto sia in quello di musicista.
Nella vita professionale, Ponte ha sempre seguito regole e disciplina: progettazioni, capitolati, committenze pubbliche e private. Nella musica, invece, ha scelto la libertà totale. “Ho voluto che restasse una parte istintiva della mia vita, lontana da vincoli e scadenze. Non ho mai cercato band o palcoscenici, suonavo per me stesso o con amici. Solo di recente, spinto anche da chi mi diceva che quelle idee meritavano di diventare canzoni, ho deciso di trasformarle in brani compiuti”.
La contrapposizione tra i due mondi - l’architettura fatta di norme, ordini professionali e responsabilità, e la musica come spazio libero e personale - emerge come cifra distintiva di questo debutto. Sofia non lo sa è, in fondo, la sintesi di questa tensione: la cura e la precisione dell’architetto, unita alla spontaneità e alla dolcezza del padre-musicista.
L’esordio di Alessandro Ponte non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio. Dopo anni di idee lasciate in sospeso, oggi le “bozze musicali” diventano canzoni vere e proprie. “Non so se questa strada mi porterà lontano - ammette -. Ma so che è arrivato il momento giusto per farlo. Sofia non lo sa, ma lo saprà: saprà che suo padre ha messo in musica il suo stupore e il suo amore”.














