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Attualità | 18 dicembre 2025, 21:11

Francesca Ghio: "Ho detto al giudice il nome di chi ha abusato di me"

La consigliera di Avs: "Mi sono tolta un macigno. Sono felice se son riuscita a dare un po' di coraggio nel non provare vergogna o colpa a denunciare e tenere la testa alta quando subiamo"

Francesca Ghio: "Ho detto al giudice il nome di chi ha abusato di me"

"Mi sono tolta un macigno. Ho detto al giudice il nome della persona che ha abusato di me". Un macigno portato dal 2005, anno in cui la consigliera comunale di Avs Francesca Ghio ha iniziato a subire le violenze da un dirigente amico di famiglia.

La politica ha parlato davanti al giudice Matteo Buffoni che dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione dell'inchiesta che era stata aperta dopo la sua denuncia in consiglio comunale, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Fuori dal tribunale ad aspettarla un presidio delle donne dell'Udi.

"Sono contenta di aver contribuito alla giustizia nella maniera più forte che potessi, con la testimonianza della mia storia che è quella di tutte. Sono felice se son riuscita a dare un po' di coraggio nel non provare vergogna o colpa a denunciare e tenere la testa alta quando subiamo", ha detto. La consigliera ha raccontato tutto: il nome di quell'amico di famiglia che frequentava casa sua, quando sono avvenute le violenze, in che modo e dove. Tutto il materiale probatorio, insomma, per circostanziare quanto successo.

"È probabile che questi fatti siano ormai prescritti - ha spiegato il suo avvocato Michele Ispodamia - ma era fondamentale circostanziare i fatti e fornire il nome nella convinzione che certi reati non vengano ripetuti. La mia assistita ha offerto la sua più assoluta disponibilità a testimoniare in caso di un processo".

La procura aveva aperto un fascicolo subito dopo quelle parole dolorose pronunciate in consiglio comunale. Ma aveva poi chiesto l'archiviazione perché i fatti erano ormai prescritti.
"Per quanto si può essere contenti in questa dinamica - le parole di Ghio - essere riusciti a farci ascoltare dal gip è un risultato importante perché è una testimonianza che rimane allegata a un fascicolo e la valenza è doppia: la prima è di aver dato un segnale di coraggio alle donne che vogliono denunciare, devono farlo anche se il contesto in cui ci troviamo ti fa sentire sbagliato, ti fa sentire complice, colpevole. Invece avere una rete che di crea e che dimostra che testimoniare e denunciare è giusto, penso sia un segnale importante. Chi ha più visibilità come nel mio caso ha ancora di più la responsabilità di farlo. La seconda valenza è che la mia testimonianza in ogni caso rimane agli atti, quindi in caso di processo contro questa persona, può supportare altre donne che denunciano"

Redazione La Voce di Genova

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