A meno di 300 metri dalla costa, sulla riviera di Ponente, nel Savonese, vi è l’isola di Bergeggi. Si narra che quest’isola non sia stata da sempre in quel punto, bensì arrivò un giorno autonomamente per trasportare i vescovi Eugenio e Vendemiale. I due si trovavano in Tunisia prigionieri e condannati al martirio pur di difendere la propria fede, consapevoli che sarebbero stati comunque condannati a morte.
Il giorno in cui gli venne comunicato che la mattina seguente si sarebbe svolta l’esecuzione, comparve a loro un angelo e si palesò all’interno della prigione. Ai vescovi, ormai senza forze, convinti che sarebbe stata l’ultima notte di preghiera, gli venne data una notizia inaspettata: non solo l’angelo gli comunicò che non sarebbero stati uccisi, ma gli consegnò anche le informazioni utili per permettere loro di fuggire fino a raggiungere uno scoglio, davanti alla maestosa isola di Gerba, dove avrebbero avuto un segnale divino prima del sorgere del sole.
Detto fatto, Eugenio e Vendemiale fuggirono dalle prigioni senza esser visti e raggiunsero quello scoglio, grande quanto un’isoletta di piccole dimensioni. Giunti al punto, l’isola iniziò a muoversi, mentre i vandali che avevano catturato i due vescovi raggiunsero la costa senza poter fare più nulla in quanto i fuggitivi presero il largo con grande velocità. Come per magia, in una notte, l’isola attraversò tutto il Mediterraneo fino ad arrivare in Liguria dinnanzi a Bergeggi. Giunti a destinazione l’angelo ricomparve e accompagnò i due attraverso un sentiero fino a raggiungere una piccola imbarcazione che gli avrebbe permesso di arrivare sulla terra ferma. Salirono alla svelta, iniziarono a remare e approdarono sulle spiagge mentre una folla di persone era già accorsa per ammirare quell’isola comparsa come per magia. Vendemiale decise di partire verso la Corsica, mentre Eugenio, che era il vescovo di Cartagine, non abbondonò mai più le coste liguri, diventando una delle persone più amate di tutto il paese. Si stabilì proprio sull’isolotto, dove edificò una chiesa e ci rimase fino alla fine dei suoi giorni; morì nell’anno 505 circa.
Dopo la sua morte e dopo qualche centinaia di anni, circa nel 990, in suo onore, fu edificato un monastero su ordine del vescovo di Savona, i cui resti sono ancora visibili. Il monastero fu donato ai monaci benedettini di Lérins poiché ne custodissero le spoglie. I resti del Santo, tuttavia, vennero portati a Noli ma come per magia ricomparvero sull’isolotto, all’interno della piccola chiesetta. Ogni anno, in occasione della ricorrenza di Sant’Eugenio, una processione di barche parte da Noli per portare le spoglie del santo sull’isola di Bergeggi. Tutt’oggi, sull’isolotto ricco di magia e leggenda, si possono notare segni di insediamenti pre-romani, prova del fatto che le sue origini siano davvero così antiche. Inoltre, sulla sommità è presente una torre di avvistamento a base circolare e i resti della chiesa del IV secolo dedicata al Santo Eugenio, di origine africana. Oggi l’isolotto è conosciuto come “l’isola di Bergeggi”, ma nei secoli è stato chiamato con altri nomi, tra i quali “Isoletta di Liguria”, “Isola di Spotorno” o “Isola di Noli”.
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