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Municipio Centro Est | 04 marzo 2023, 07:20

Nella bottega del liutaio Paolo Sussone, tra chitarre e piccoli concerti (Video)

Quella di dar vita a strumenti musicali è una passione che si è trasformata in lavoro: tra gli artisti che usano una sua chitarra Jack Savoretti e Dario Brunori

Nella bottega del liutaio Paolo Sussone, tra chitarre e piccoli concerti (Video)

La passione che diventa un lavoro, un lavoro che non può che essere anche passione: quella di Paolo Sussone, che ha scelto la liuteria come arte e professione, è semplice e affascinante come quasi tutte le belle storie. 

Uno studio nel cuore del centro storico di Genova, in piazza Campetto, dove ha deciso di dar vita alle sue chitarre e di lasciare spazio, dopo i mesi di lockdown, a chi le chitarre, e non solo, le suona.  

Sono sempre stato appassionato di chitarra, ho iniziato a suonare fin da bambino - racconta Paolo dopo averci accolto nel suo studio. “Il viaggio verso la liuteria è iniziato circa 15 anni fa: ho iniziato a interessarmi a questa arte molto lontanamente, provando a costruire una chitarra da zero. Da lì è nata una vera e propria passione, che inizialmente sembrava più una curiosità ma che durante il processo di costruzione è poi diventato qualcosa di più di un semplice interesse.  Ho cercato di approfondire nel tempo non solo la costruzione di una chitarra, ma farlo diventare un vero e proprio lavoro”. 

Non solo liuteria: nella vita di Paolo c’è un altro mestiere, “quello vero” come spesso accade di sentirsi dire quando si prova a dar forma ai propri sogni. Quanto sforzo richiede riuscire a dedicarsi a questo doppio lavoro? 

Si può dire che sia un liutaio part-time da circa 10 anni: i primi 5 anni sono stati più di avvicinamento e formazione, poi ho iniziato proprio a svolgere un’attività parallela. Inizialmente lo facevo nel tempo libero, alla sera e nei week end. C’è stata proprio una costanza nel voler portare avanti quella che ho scoperto essere una grande passione, che ha richiesto anche dei sacrifici”.  

Dopo il lockdown hai iniziato a pensare a rendere questo spazio un posto dove si svolgono eventi legati alla musica, chiamati VENTI ALLE VENTI. A cosa si può assistere venendo qui? 

Dopo il periodo che abbiamo passato chiusi in casa è nata un’esigenza di condividere, di tornare a incontrarsi, di promuovere la musica di qualità, che è sempre stata una mia idea fissa. Ho iniziato quindi a organizzare questa serie di eventi presso il mio laboratorio con cadenza mensile, per poche persone per problemi anche di spazio, ma molto curati. L’attenzione è sia nei confronti di chi viene come spettatore, sia per i musicisti: qui trovano uno spazio dove c’è un’attenzione particolare a conoscere il percorso artistico, la produzione musicale di chi sta sul palco. Non è solo sentire della musica ma si tratta di ascoltare con attenzione un artista, il suo percorso umano e artistico, si crea un’unione che lega chi suona e chi ascolta in modo tutto più bello”. 

Il prossimo evento sarà  l’11 marzo, chi suonerà qui?

Sarà un evento particolare, perché si esibirà un duo di musicisti che viene da Milano: il progetto si chiama TAAN, un duo avant-core free jazz in formazione chitarra e batteria.

È una cosa molto  particolare, un po’ diversa rispetto ad altre che sono già state fatte, perché erano più orientate verso i cantautori e le chitarre soliste”. 

Facciamo un passo indietro, facendo la domanda che tutti, di fronte a un liutaio, si pongono: come si costruisce una chitarra?

Con tanta pazienza prima di tutto! Quella è fondamentale nelle varie fasi della costruzione. Si costruisce partendo da legni di qualità: per esempio, io vado a prendere l’abete della Val di Fiemme in Trentino, dove si possono selezionare gli alberi in una foresta, dove andava anche Stradivari a cercare il suo legno. Lì si trovano tronchi selezionati. Poi inizia il percorso con cui, passo passo, si cerca di tirare fuori il meglio da questi legni di primissima qualità, per fargli dare veramente il massimo del suono e dell’espressività affinché poi uno strumento abbia una qualità altissima. Le chitarre di liuteria si differenziano da quelle industriali proprio perché hanno un altro tipo di concetto e di qualità

Lo strumento di liuteria garantisce una qualità del suono diversa, porta il limite un po’ più in là, ed è fondamentale per il musicista che ha certe esigenze e che ha necessità di uno strumento veramente performante, anche dal punto di vista della maneggevolezza e della facilità di suono. Poi, dal lato estetico, si possono fare mille scelte diverse e mille rifiniture per creare uno strumento davvero unico”.  

La tua bottega è in pieno centro storico: ora si parla molto di artisti di strada, che rapporto c’è adesso tra chi vive il centro e ci lavora e chi suona?

Ho scelto di stare in centro storico perché è un luogo che ho sempre amato e che ho sempre frequentato fin da ragazzo: ha un fascino secondo me unico. Avere l’opportunità di poter sentire la musica per strada è per me una cosa bellissima, ci sono spesso musicisti che hanno grande talento, a seconda di dove ci si trova. Girare in un vicolo o entrare in una piazza può portare in un mondo sonoro completamente diverso e questo è sicuramente una risorsa e un’opportunità. 

Si devono rispettare le esigenze di tutti, ma è un valore aggiunto per la città, soprattutto in una città di grandi musicisti: Genova ha una tradizione di cantautori che porta avanti da più di mezzo secolo e questa è una cosa che andrebbe promossa, anche regolamentandola nei modi che si ritiene più giusti, ma occorre dare più spazio ai giovani musicisti. Ce ne sono tanti in città, molti fanno una produzione di altissima qualità, e sarebbe giusto non solo permettere di suonare per strada ma creare nuovi spazi dove poter fare musica dal vivo, per contribuire a far crescere questo movimento e questa generazione”. 

Ci sono dei musicisti e degli artisti, genovesi e non, che hanno i tra le mani un tuo strumento? 

Ci sono un po’ di musicisti che negli ultimi anni hanno scelto un mio strumento: tra i genovesi c’è Giua, che è ormai artista di fama internazionale, poi Dario Brunori (Brunori Sas) e Jack Savoretti, per citarne alcuni. 

Ho avuto la fortuna di incontrare grandi musicisti come David Crosby, che purtroppo ci ha lasciato recentemente, o Ben Harper, Tommy Emmanuel che a breve vedremo di nuovo a Genova. Quest’ultimo è stato un incontro che mi ha sempre lasciato più di quanto pensassi, e non solo per l’aspetto limitato alla chitarra, ma anche per il valore umano che mi ha aiutato veramente a crescere. È stata una bellissima esperienza. Lo è sempre”.

Chiara Orsetti - Video Isabella Rizzitano

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