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La musica che ci gira intorno | 19 aprile 2025, 08:00

La musica che ci gira intorno - “Contro la rabbia del mondo, scelgo la gentilezza”: il ritorno di Federico Sirianni

L’artista genovese presenta oggi il suo nuovo album. “Mi sento un uomo del Novecento. La mia idea di felicità? Riuscire a vivere una vita ci assomigli”

La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.

Un titolo semplice, ma dal significato profondo e sfaccettato: ‘La promessa della felicità’ è il nuovo lavoro discografico del cantautore genovese Federico Sirianni, in uscita il 9 maggio per Squilibri. Un’opera che non si limita a raccogliere brani, ma si configura come un percorso esistenziale e poetico, una mappa sonora per orientarsi in un mondo complesso, spesso ostile, alla ricerca di un orizzonte interiore più autentico. Dieci canzoni che si muovono come stazioni su un ideale cammino, nella tensione continua tra la fragilità dell’essere e la forza delle emozioni quotidiane.

La felicità è un tema che si presta a tantissime interpretazioni, ognuno ha la sua visione - spiega Sirianni -. Quello che volevo raccontare io era un cammino, un percorso, perché per quanto mi riguarda, raggiungere la felicità significa anche aumentare la consapevolezza di sé e, sostanzialmente, riuscire a vivere una vita che ci assomigli. Questo è il cammino per la mia personale felicità”.

Ma quella narrata nel disco non è una felicità individualista o astratta: Sirianni la immagina come una condizione condivisa, un antidoto collettivo alla rabbia e all’inquietudine che attraversano il nostro tempo: “Credo che questa condizione di una vita che non ci assomiglia sia la base di molta aggressività, molta rabbia, molto rancore che vedo intorno in questa umanità, in questo periodo un po' sofferente. E quindi volevo provare a raccontare queste cose”. Il disco diventa così un atto di resistenza dolce, un invito a ricomporre se stessi partendo da ciò che ci rende autentici, fragili e vivi.

Sul piano sonoro, ‘La promessa della felicità’ segna un punto di svolta nella produzione dell’artista, grazie anche alla direzione artistica di Michele Gazich, raffinato musicista e compositore, noto per la sua versatilità e il suo linguaggio poetico. “Il lavoro a livello di orchestrazione si è basato molto su strumenti acustici ed essenziali, soprattutto chitarra, pianoforte e archi, e poi atmosfere, vibrazioni e suoni dati magari da arpa e percussioni - racconta ancora l’artista -. Volevo creare un mondo acusticamente molto sereno, magari anche un po' contemplativo, di riflessione”.

Una scelta sonora che si riflette nella struttura dell’intero album, intimo, malinconico,  mai rassegnato, con un’energia che si esprime nella delicatezza, nel non detto, nella sospensione. 

La traccia che dà il titolo all’album, votata tra le cinque migliori canzoni dell’anno dalla Giuria del Premio Tenco 2024, ha fatto da guida spirituale all’intero lavoro, definendone il tono e l’orientamento poetico. Il brano d’apertura, ‘Nel fuoco’, vanta una collaborazione di eccezione: quella con Rafael Bernardo Gayol, storico batterista di Leonard Cohen. “Per me è una presenza quasi miracolosa - dice Sirianni -. Leonard Cohen è molto più che un riferimento artistico, quindi avere il suo batterista in una mia canzone è stato qualcosa di profondamente curativo. È come se nel mio disco ci fosse un barlume di Cohen, e questo è stato molto importante per me”.

Sirianni continua a coltivare con cura il rapporto tra musica e parole, che da sempre contraddistingue la sua poetica, andando controcorrente rispetto alle tendenze più superficiali della musica contemporanea: “Forse mi sento profondamente un uomo del Novecento - riflette -. Questo da un lato mi rende molto poco contemporaneo, dall'altro forse mi permette di salvaguardare questo tipo di situazione. Non guardo con particolare critica al linguaggio musicale contemporaneo, ma credo di essere più capace nella mia modalità più novecentesca, che per quanto non sia mainstream, ha ancora degli appassionati”.

Tra le fonti d’ispirazione per i testi, Sirianni cita la letteratura e la poesia, che rappresentano da sempre un riferimento imprescindibile per la sua scrittura. “Ultimamente mi sono appassionato alla poesia orientale, per cui nel disco ci sono citazioni da Bashō o dal poeta persiano Hāfez. Ma più in generale, il legame con la letteratura è qualcosa che sento profondamente. Io sono più un lettore che un ascoltatore di musica, e questo fa sì che le mie canzoni abbiano una componente narrativa e simbolica molto forte”. Un modo di concepire la canzone che richiede tempo e attenzione, anche nell’ascolto: “È una musica che va letta, vissuta con lentezza, soprattutto dal vivo”.

Il tour di presentazione, cominciato a Milano il 4 aprile, toccherà diverse città italiane, tra cui Genova, città natale dell’artista, sabato 19 aprile. Sul palco de l’ Ostaia Da-U Neo a Sestri Ponente, Sirianni sarà accompagnato da due musiciste di grande sensibilità: la contrabbassista jazz Veronica Perego e la vocalist-percussionista Valeria Quarta: “Cerchiamo di creare un mondo sonoro quieto, abbastanza rilassante, armonico. Non tanto lento quanto meditativo, in linea con lo spirito del disco”.

Oltre alla musica, Federico Sirianni è impegnato anche sul fronte editoriale: a breve uscirà infatti un volume da lui curato, dedicato a Michele Straniero, figura chiave nella storia della canzone d’autore italiana e fondatore dei Cantacronache. “Straniero è stato un innovatore, un precursore. I Cantacronache hanno rivoluzionato il modo di fare canzone in Italia, introducendo una scrittura impegnata, spesso politica, con la collaborazione di grandi intellettuali come Italo Calvino, Arpino, Umberto Eco. Il libro, che si intitola ‘Straniero. Alle origini della canzone d'autore, l’ho curato insieme a suo nipote. Ancora una volta, unire musica e letteratura è per me naturale”.

Alla fine della conversazione, una domanda semplice quanto vertiginosa: che cos’è la felicità? Sirianni risponde semplicemente: “In questo momento, la felicità per me è gratitudine. È alzarsi ogni mattina ed essere grato alla vita per quello che mi sta dando. Viviamo in un’epoca in cui c’è una fascinazione per l’aggressività, per la guerra, in senso concreto e simbolico, ma io credo che parole come gentilezza, complicità, felicità siano le armi migliori per una bella rivoluzione. E questo lo penso davvero”.

Chiara Orsetti e Isabella Rizzitano

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