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La musica che ci gira intorno | 03 maggio 2025, 08:00

La musica che ci gira intorno - I ‘Racconti brevi’ di Noite, il cantautore genovese che racconta la memoria

Il suo nuovo singolo è un omaggio commovente alla nonna scomparsa e un'esplorazione dei ricordi d'infanzia: “È come una macchina del tempo. Mi piace pensare che ognuno possa rivederci qualcosa di personale”

La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
Per Noite, al secolo Michael Cartura, la notte non è semplicemente un segmento temporale, ma un vero e proprio spazio interiore, un santuario silenzioso dove le emozioni prendono forma e si trasformano in musica. 
Noite, in portoghese, vuol dire notte, e da solo racconta un’esigenza che ha i contorni di un istinto primordiale: isolarsi dal frastuono del mondo, abbassare le persiane, anche in senso metaforico, e lasciare che l’oscurità venga via via cancellata da un abat-jour fatta di versi e musica. Un rituale intimo per preservare quel gesto creativo originario, quando ogni canzone germogliava dalle ore più quiete e profonde.
"Noite in realtà sarebbe ‘notte’ in portoghese. È il momento in cui sono più creativo, quello in cui faccio tutto ciò che mi smuove un po' l'anima" confida Michael, svelando la genesi del suo alter ego artistico.
Dopo aver calcato il palco di Musicultura e raccolto i frutti del suo album d'esordio, Noite torna a sussurrare storie con "Racconti brevi", un singolo che sfoglia le pagine della memoria. Il brano si presenta nella sua essenza più pura: spoglio, leggero come un sospiro, un delicato assemblaggio di frammenti di memoria. Al centro di questi ricordi, la figura luminosa della nonna, una presenza fondamentale nella sua vita, scomparsa un anno fa. Il desiderio di Noite era chiaro: far risuonare questa canzone proprio in prossimità del suo compleanno, un piccolo, silenzioso regalo postumo. 
"È molto pulito, leggero, senza fronzoli. Sono frammenti della mia infanzia, ricordi legati alla mia nonna, che è mancata l’anno scorso. Uscire adesso era importante per me. È il mio piccolo omaggio".


Il videoclip che accompagna "Racconti brevi", raccontato dalla sensibilità di Filippo Fornasini, si muove sulle stesse coordinate emotive, intrecciando un racconto fatto di vecchie fotografie, biglietti d'amore scambiati tra nonno e nonna, oggetti che si trasformano in ponti verso un passato che continua a vibrare nelle note della sua musica. "Tutta la canzone nasce da fotografie, biglietti che ho ritrovato, frammenti di vita. Così il video è costruito su quelle immagini, su quella memoria".
Per Noite, la musica è da sempre uno strumento di evocazione potente, una chiave capace di riaprire porte interiori, non solo le sue, ma anche quelle di chi si abbandona all'ascolto. "Mi piace pensare che ognuno, ascoltando una mia canzone, possa rivederci qualcosa di personale. Io non potrei mai cantare un pezzo senza essere concentrato su ciò che mi riporta a un preciso momento della mia vita. È come una macchina del tempo." Ed è proprio in questa miriade di significati che Noite ritrova la magia primordiale dello scrivere canzoni. "La cosa bella è che ognuno ci vede qualcosa di diverso" racconta ancora.
Mentre l'estate si avvicina, portando con sé la promessa dei palchi illuminati, Noite si prepara a condividere la sua musica. Il 19 giugno sarà protagonista tra le colonne del suggestivo Teatro del Chiostro, accanto alla Casa di Colombo, nell’ambito di un programma di appuntamenti curato dal Lilith Festival. Ma il suo sguardo si spinge oltre i confini liguri, con il desiderio di portare le sue storie sonore anche in altri angoli d'Italia, scegliendo con cura le occasioni speciali per esibirsi nella sua città. "Quest’estate vorrei suonare anche fuori Genova. Però, quando resto qui, cerco di farlo per eventi speciali, come la presentazione dell’album o appuntamenti particolari”.
Il percorso artistico di Noite continua a nutrirsi della preziosa collaborazione con i fidati Francesco Ciapica e Tommi Scerd, compagni di viaggio musicali che sanno tradurre in suono le sue intuizioni più intime. E mentre i concerti scandiscono il presente, lo sguardo è già proiettato verso il futuro, con il suo secondo album che vuole essere un meltin pot di sperimentazioni e contaminazioni sonore, senza mai perdere quell’onestà emotiva che ha rappresentato da sempre il progetto ‘Noite’: "Sto lavorando al secondo album. Quest'anno voglio sperimentare, provare cose nuove, lavorare con altre persone. Voglio spingermi oltre, senza perdere l’onestà e la sincerità che mi caratterizzano”.
Per Noite, crescere artisticamente non significa rinnegare il proprio passato. Anche le prime canzoni, come ‘Sale grosso’, rimangono parte integrante del suo percorso. E se oggi dovesse reinterpretare quei primi brani, il suo intento sarebbe quello di restituirli con lo stesso spirito originario, pur consapevole del cambiamento interiore che il tempo porta con sé. “Crescere non significa tradire ciò che si è stati. Se dovesse reinterpretarli oggi, cercherebbe di restituirli rispettando lo spirito di allora, pur consapevole di essere cambiato”.
Ed è forse proprio in questa capacità di dialogare con il passato senza cedere alla nostalgia, di usare la musica come una cura silenziosa capace di alleggerire il peso del quotidiano, che risiede la forza più autentica di Noite. E quando, con una punta di curiosità, ci si addentra nello scoprire cosa Noite vorrebbe arrivasse a chi ascolta la sua musica, risponde senza esitare: “Non cerco di lasciare un messaggio preciso. Mi piacerebbe solo che chi ascolta possa rivedersi in quello che canto, magari trovare una spinta, un input. E se anche solo per qualche minuto riesco a farti dimenticare i tuoi problemi, allora mi sento utile”. Perché, a volte, bastano pochi racconti brevi, sussurrati nella notte, per lasciare un segno profondo e duraturo nell'anima di chi ascolta.

Isabella Rizzitano e Chiara Orsetti

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