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Gen Z - il mondo dei giovani | 18 maggio 2025, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - Risparmiare è (quasi) un lusso: la Generazione Z tra sogni, bollette e realtà

Per molti ragazzi nati tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000 il risparmio non è mancanza di volontà, ma una sfida quotidiana

Gen Z - Il mondo dei giovani - Risparmiare è (quasi) un lusso: la Generazione Z tra sogni, bollette e realtà

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.

La Generazione Z riesce davvero a risparmiare? Domanda semplice, risposta complicata.

Per molti giovani nati tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, mettere da parte qualcosa per il futuro è diventato quasi un miraggio. Non tanto per mancanza di volontà, quanto per una serie di fattori economici e sociali che hanno trasformato il concetto stesso di risparmio.

Negli ultimi anni, il costo della vita è cresciuto in modo vertiginoso: affitti alle stelle, bollette che sembrano triplicate, benzina e trasporti fuori controllo, spesa che assomiglia sempre più a un lusso. In tutto questo, gli stipendi – quando ci sono – restano bassi, i contratti sono spesso precari o a tempo determinato, e il costo per l’indipendenza è diventato quasi insostenibile. Senza contare che per molti giovani trovare lavoro è già una sfida di per sé, figurarsi pensare al futuro.

E così il risparmio diventa un lusso. C’è chi ci prova, mettendo da parte anche pochi euro alla volta, ma spesso tutto viene inghiottito da spese impreviste, dalle scadenze universitarie, dagli affitti sempre più alti, o da un semplice aperitivo che – oggi come oggi – può costare quasi quanto una cena.

Molti giovani vivono ancora con i genitori proprio per questo: non è una scelta comoda, come spesso si pensa, ma una necessità economica. Perché oggi emanciparsi significa affrontare costi che, da soli, difficilmente si riescono a sostenere. E quando si lavora, spesso si lavora per vivere il presente, non per costruire un domani.

Certo, ci sono anche quelli che riescono a risparmiare qualcosa, magari rinunciando a viaggi, uscite, spese superflue. Ma a quale prezzo? A volte ci si chiede se davvero vale la pena mettere da parte, se il futuro non sia diventato qualcosa di troppo incerto per potergli fare spazio ora. Il messaggio che passa, a volte, è proprio questo: “goditi quello che hai ora, perché non sai cosa ti aspetta”.

E poi diciamocelo: viviamo in un’epoca in cui tutto spinge al consumo, all’immediatezza, all’avere subito ciò che si desidera. Sui social vediamo influencer che cambiano outfit ogni giorno, cene in ristoranti stellati, vacanze in posti esotici. Anche quando si sa che quella non è la realtà di tutti, il confronto è inevitabile, e il desiderio di “vivere bene” subito spesso batte la tentazione di fare sacrifici per un domani che sembra troppo lontano.Non è svogliatezza, non è irresponsabilità. È un cambio di paradigma, una generazione che sta cercando di trovare il proprio equilibrio in un sistema che fa acqua da tutte le parti. Una generazione che, quando riesce a risparmiare, lo fa per obiettivi molto concreti: una casa, un master, un biglietto per partire altrove. E anche quel piccolo gruzzoletto messo da parte è frutto di sacrifici reali, rinunce quotidiane, fatica invisibile.

Quindi no, non è vero che la Gen Z non sa risparmiare. È che oggi, risparmiare, è più difficile di quanto si voglia ammettere. 

Martina Colladon

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