Dalla voce di Lucky, il cartone animato di Rai Yoyo, alla realtà aumentata di 'GymGamEnt', il passo è breve; anzi, è un balzo. Lo sa bene Andrea Lucchetta, campione del mondo di pallavolo e icona della celebre 'Generazione di Fenomeni'.
Andrea 'Lucky' Lucchetta ha scritto pagine indelebili dello sport italiano con trecentocinquanta presenze in Nazionale e un palmarès straordinario, culminato nell’oro mondiale del 1990, di cui fu MVP. Dopo una carriera costellata di successi nei club e in maglia azzurra, è diventato uno dei volti più noti della divulgazione sportiva, autore e voce di progetti che uniscono tecnologia, gioco e movimento.
E oggi, fra i tanti impegni che porta avanti non sono nel sociale, è anche ambassador del progetto ideato da Riccardo Cangini, che fonde tecnologia, gioco e attività motoria, e che sarà tra i protagonisti dell’edizione 2025 della Festa dello Sport, in programma al Porto Antico di Genova dal 23 al 25 maggio.

Il suo obiettivo? Riaccendere nei giovani la voglia di muoversi. E farlo attraverso una piattaforma che unisce la dimensione digitale all’esperienza fisica reale. “Gioco e divertimento: è questo che porto attraverso la mia figura di Lucky, il personaggio dei cartoni animati su Rai Play e Rai Yoyo. I bambini lo vedono giocare a spikeball nelle piazze, e lo stesso Lucky ora diventa uno smart coach digitale che li spinge a muoversi, a giocare" racconta.
Il nome è ibrido, ma il concetto è semplice: un videogioco senza joystick, né schermi da toccare. Si gioca con il corpo, si gioca muovendosi: “È un’esperienza unica al mondo: un cartone animato e un campione del mondo, animato a sua volta, che coinvolgono i bambini in percorsi motori reali, come il gioco dello spikeball e la schiacciata - afferma Lucchetta -. Entri in una cornice digitale dove fai attività fisica inconsapevole ma efficace. Senza mani, senza console, sei protagonista delle tue azioni attraverso l’intrattenimento e ostacoli virtuali che stimolano attenzione, resistenza, capacità aerobica".

Il progetto è già in corsa in diverse località italiane, come l’Elba e Lucca: “Abbiamo visto che i bambini mantengono una capacità aerobica pazzesca: in quattro minuti di attività raggiungono dai 90 ai 120 battiti al minuto - precisa-. Il consumo calorico è perfetto. Possono sfidare anche i genitori, riscoprendo quella competizione sana che ti spinge a muoverti".
Non solo gioco, ma anche monitoraggio: attraverso l’intelligenza artificiale, GymGamEnt potrà fornire dati reali sull’accrescimento dei bambini: “Se un bambino gioca con me, io so esattamente com’è lo sviluppo del suo corpo. Misura ossa, braccia, struttura. Si allena in autonomia, secondo le sue abilità motorie. È uno strumento che ha un potenziale enorme", sottolinea Lucchetta.
Ma il cuore del progetto è, anche, sociale: combattere l’isolamento e la perdita di coordinazione, eredità del lungo lockdown imposto dalla pandemia: “Il Covid ha chiuso i bambini nelle loro ‘cornici digitali’. Ora non sanno più coordinarsi, hanno paura del pallone. Su 35 mila bambini della scuola primaria, in diversi non riescono nemmeno a fare un semplice gesto motorio coordinato. Dobbiamo liberarli, risvegliare in loro la voglia di muoversi in modo creativo".
GymGamEnt propone un ponte tra tecnologia e socializzazione. Allenarsi a casa per migliorarsi e poi affrontare il confronto con il gruppo, senza ansia da prestazione: “Io posso allenarmi da solo, migliorare, diventare più rapido, più coordinato. E quando arrivo davanti al gruppo classe, sono più pronto. Questo è il potere del videogioco attivo".
Da sempre impegnato nella promozione dello sport come 'Atleta Illumina' per Sport e Salute, Lucchetta lancia un messaggio chiaro ai giovani: “Il consiglio che fornisco è semplice: giocate. Perché giocare vuol dire esplorare, imparare le regole, confrontarsi. Anche con i vecchi giochi di fantasia. Serve curiosità, voglia di fare tante esperienze motorie diverse. Io, da ragazzino, grazie ai Giochi della Gioventù ho praticato sette sport diversi. Quel bagaglio mi è servito per tutta la vita".
Inclusione è un’altra parola chiave: anche chi ha disabilità deve poter partecipare, e lo può fare con il sitting spikeball: “Giocare da seduti, usando bacino e mani, è una figata. Lo propongo anche nelle scuole primarie: abbassiamo la rete, e via. È un cambio di mentalità, non una competizione. Così si impara anche cosa vuol dire muoversi in modo diverso, e si impara a rispettarlo".
Ora GymGamEnt sbarca a Genova, città dal forte valore simbolico per Lucchetta: “A Genova ho giocato la mia ultima partita e ho consegnato la maglia da capitano campione del mondo e d'Europa a mio padre, alla mia famiglia, sotto la Lanterna. Ora torno con nuovi progetti: coinvolgere le scuole in una sfida. che li vedrà protagonisti. I bambini si alleneranno da casa, e i migliori, selezionati in modo anonimo, verranno rivelati solo alla fine. Si sfideranno sul palco, e premieremo i rappresentanti di classe più attivi".














