Il cosiddetto “ponte blu” del Cep, a Pra’, diventa la cartina di tornasole dello stato delle infrastrutture cittadine. Quella che doveva essere un’opera rimessa a nuovo solo un anno fa, oggi necessita di interventi di manutenzione strutturale, con pesanti limitazioni al traffico e l’impossibilità per la linea bus 199 di transitare, pari a quattro milioni e mezzo.
A sollevare il caso è stato il capogruppo della Lista Salis, Filippo Bruzzone, che ha presentato un’interpellanza “a cui tengo molto - ha sottolineato - perché quell’infrastruttura è una delle principali di un quartiere vasto come Ca’ Nova, comunemente noto come Cep. Il ponte collega la parte alta e quella bassa, e permette di raggiungere i pochi servizi rimasti: la farmacia, il poliambulatorio ottenuto dopo anni di lotte, e stiamo lavorando con l’assessora Beghin per aprire anche un punto vendita di beni di prima necessità”.
Bruzzone ha ricordato come nel corso della precedente amministrazione fossero stati annunciati fondi per la riqualificazione. “Ricordo bene le grandi comunicazioni, l’enfasi con cui venne detto che finalmente si interveniva. Il ponte blu, così chiamato perché un tempo era dipinto di blu, fu ridipinto l’anno scorso e sembrava tutto risolto. Peccato che oggi ci ritroviamo a dover intervenire di nuovo, perché la portata è stata ridotta. Se dopo anni di attesa e annunci, a distanza di un anno siamo punto e a capo, è evidente che qualcosa non ha funzionato. E intanto i cittadini del Cep rischiano di perdere un’infrastruttura essenziale per la loro vita quotidiana”.
La risposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Ferrante, ha fornito un quadro ancora più complesso. “Genova ha 620 tra ponti, impalcati e viadotti di competenza comunale, una quantità enorme di infrastrutture fragili per vetustà. Negli ultimi mesi della scorsa amministrazione - ha spiegato Ferrante - ci si era accorti che molti di questi risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta, gli stessi del Morandi. Ma nei ristori concordati con Autostrade per l’Italia, non è mai stato previsto un solo euro per le infrastrutture cittadine: quei fondi sono stati usati per informatizzazione e mobilità, non per manutenzioni o monitoraggi”.
Ferrante ha poi precisato che “quando la nostra sindaca ha scritto per chiedere 40 milioni di euro di ristori, Autostrade ha risposto che non ci sono più fondi perché destinati al tunnel subportuale, il cui costo è salito da 700 milioni a 1 miliardo e 700 milioni. È scoppiata la polemica, e anche grazie al viaggio a Roma con il ministro Salvini abbiamo ottenuto l’impegno a riattivare il comitato sui ristori per reperire risorse per Genova. Il ponte blu è il simbolo di tutto questo sistema: dopo l’ispezione si è dovuta ridurre la portata per motivi di sicurezza. Ora servono nuove verifiche e, soprattutto, fondi. Solo per il ponte blu parliamo di circa 4 milioni e mezzo di euro”.
L’assessore ha confermato che “non sono stati eseguiti interventi strutturali, ma solo una manutenzione superficiale del calcestruzzo e delle parti metalliche. Il ponte è stato ispezionato come previsto dalle linee guida ministeriali post-Morandi, e le risultanze hanno imposto la riduzione del traffico per evitare sollecitazioni eccessive. Nel primo semestre del prossimo anno - ha aggiunto - verranno avviate ulteriori verifiche, ma servono coperture finanziarie che oggi non abbiamo. Senza fondi, non solo il ponte blu, ma molte infrastrutture rischiano la chiusura”.
La replica di Bruzzone è stata dura: “La risposta dell’assessore dà il quadro della situazione, e fa venire un sacco di nervoso. Non per la chiarezza, ma per quello che emerge: per anni siamo stati presi in giro. È una responsabilità politica gravissima. È incredibile che dopo anni di annunci si scopra che non c’è stato alcun intervento strutturale, ma solo stucco e pittura. Adesso dobbiamo dire a chi vive nel Cep che rischia di perdere il ponte blu, quando c’erano soldi e occasione per rifarlo davvero. Anche io, come consigliere, mi sento preso in giro”.
E ancora: “Poco distante c’è il ponte di via De Santis, che fa paura a guardarlo. Quel quartiere è tutto impalcato, e se non arrivano risorse ci troveremo a gestire un’emergenza continua. Noi siamo a disposizione per reperire i 4 milioni e mezzo necessari, ma serve un impegno complessivo. Non possiamo più permetterci interventi finti, né una città che rischia di perdere i suoi collegamenti essenziali”.














