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Attualità | 09 maggio 2020, 14:00

Sperone, storia e leggenda di uno dei forti più importanti di Genova

Dalle battaglie tra guelfi e ghibellini agli assedi degli austriaci, fino alle rivolte popolari e alla truce leggenda dell’omicidio e del fantasma

Genova, Forte Sperone. Foto di libero utilizzo –Bbruno -CC

Genova, Forte Sperone. Foto di libero utilizzo –Bbruno -CC

Nella zona del Righi, a 489m di altezza, sorge una delle strutture più importanti delle fortificazioni di Genova, il forte Sperone, sulla cima del monte Peralto. La fortezza, collega le due cinta difensive domina il capoluogo. L'unione delle due mura, quella sul versante della Val Polcevera e quella sul versante della Val Bisagno, dà luogo ad un particolare bastione angolare, la cui forma assomiglia alla prua di una nave, da cui nasce il nome “Sperone”. Già dai documenti del 1319 sorgono notizie di una “Bastia del Peralto”, una fortezza ghibellina in legno e poi in pietra. Nel 1530 vennero stanziati 7400 lire dalla Repubblica di Genova per una ristrutturazione importante, che fu inglobata nelle “Mura Nuove” costruite tra il 1629 e il 1633. Nel 1747 il forte subì un assedio da parte degli austriaci, che procurarono ingenti danni. Solo alla fine della guerra ricominciarono i lavori di ricostruzione che portarono il forte alle sembianze che tutt’oggi possiamo osservare. I lavori proseguirono fino al 1830, e fu completata con una cinta muraria che proteggeva il forte dalle sommosse popolari dei genovesi, con annesso il portale monumentale d’ingresso, sovrastato dallo stemma dei Savoia in marmo e dotato di un ponte levatoio, ancora presente con il suo meccanismo di sollevamento.  

Genova, Forte Sperone, il bastione angolare che dà il nome al forte. Foto di libero utilizzo –Bbruno -CC 

Tra gli altri elementi architettonicamente molto significativi ci sono la polveriera, ancora ben conservata nella parte bassa del forte, la caserma centrale con le sue stanze e la cappelletta annessa.Tra la storia del forte, spicca anche una leggenda, a dir poco violenta, ambientata nel ‘600. La storia narra di un uomo possente e robusto, che un giorno incontrò sul Peralto una giovane pastorella, che riuscì ad attirare in un luogo appartato per poi violentarla e ucciderla mordendola alla gola. A quanto pare il fantasma dell’assassino tornò a fare visita a qualcuno all’inizio del ‘900, quando un gruppo di persone si recò nel forte per fare una seduta spiritica. Fu in questa apparizione mistica che l’uomo confessò i suoi crimini, dichiarando il suo tormento e i lamenti dei fantasmi della povera fanciulla e del suo cane, che il giorno dell’omicidio, era con lui.  

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Dario Rigliaco

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