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Attualità | 15 marzo 2022, 15:55

La voce di Certosa si fa sentire al Quirinale, il comitato scrive al presidente Mattarella: “Utile un suo intervento per la nostra dignità”

È l’iniziativa certamente più clamorosa tra le moltissime assunte dai cittadini di Certosa quella di inviare una lettera addirittura al presidente della Repubblica, informandolo del disagio in cui vive il quartiere per cantieri e progetti di metropolitana e ultimo miglio

La voce di Certosa si fa sentire al Quirinale, il comitato scrive al presidente Mattarella: “Utile un suo intervento per la nostra dignità”

Certosa onora il suo slogan di non fermarsi mai e andare avanti e ora punta addirittura al Colle più alto e scrive a Mattarella. La questione resta quella ormai antica delle problematiche circa i due progetti della Metropolitana e della Linea Merci. E dopo aver incontrato e scritto a tutti i possibili enti locali, ministeri e quant’altro, il presidente del Comitato Liberi Cittadini di Certosa, Enrico D’Agostino, annuncia che è stata spedita una lettera al presidente della Repubblica.

Certamente un’iniziativa clamorosa e persino inaspettata, che lo stesso D’Agostino annuncia non facile ad ottenere effetto. “Forse - dichiara - non servirà a nulla, ma... tentar non nuoce”.

“Le scriviamo la presente per segnalare la realizzazione di due infrastrutture nei nostri quartieri di Genova che avranno un forte impatto sulla qualità della vita dei residenti, in particolare nei quartieri di Sampierdarena, Campasso, Certosa, Rivarolo e Fegino dove vivono circa 50.000 persone”, esordisce la lettera con destinazione Quirinale. Che spiega: “Si tratta del prolungamento della metropolitana in Val Polcevera e del collegamento ferroviario tra il porto e il terzo valico con una linea merci a doppio binario e che per un tratto corrono affiancate. Si prevede il transito di 42 treni, lunghi 750 metri e da 2000 tonnellate anche con merci pericolose, a pochi metri di distanza da civili abitazioni. Precisiamo che, per principio, non siamo contrari alla presenza di nuove infrastrutture, ma la realizzazione e l’esercizio devono tener conto della realtà in cui esse si sviluppano”.

Segue una breve storia della lunga questione che contrappone la gente di Certosa ai progetti ferroviari: “Da due anni stiamo cercando di porre all’attenzione delle istituzioni le conseguenze di queste opere e chiedendo un coinvolgimento dei cittadini con le forme di partecipazione previste dalla normativa nazionale e comunitaria, potendo portare contributi migliorativi al progetto. L’iter approvativo ha fatto il suo corso con l’illustrazione in tre Commissioni consiliari del Comune e un’assemblea pubblica, per un totale di circa 10 ore di confronto democratico e partecipativo”. 

Senza tuttavia avere risultati concreti o soddisfazione ai quesiti posti dalla gente, spiega D’Agostino. Mentre la lettera al Capo dello Stato prosegue manifestando amarezza da parte dei cittadini: “Esprimiamo il nostro rammarico per non aver avuto risposte alle nostre richieste di un tavolo di confronto fatte al ministro Giovannini, alla presidente della Commissione Ambiente della Camera, a diversi parlamentari, al Prefetto di Genova, ai dirigenti di Rfi, al Commissario straordinario dell’opera, al presidente della Regione, al sindaco di Genova e al presidente dell’Autorità Portuale”. 

E lo scritto si avvia a conclusione con una richiesta di interessamento: “Crediamo che un Suo intervento possa essere utile a ottenere un momento e uno spazio per poter esprimere le nostre idee. Siamo convinti della utilità delle opere in progetto e consapevoli che una richiesta di confronto potrà portare a uno slittamento dei tempi di approvazione del progetto, ma riteniamo che andrà a influire minimamente sugli obiettivi di infrastrutturazione del nostro Paese che sono in corso ormai da moltissimi anni e non saranno certo penalizzati da una breve fase di ascolto della comunità locale”.

“Chiediamo solo rispetto e rivendichiamo la dignità di essere considerate persone che subiranno un peggioramento della qualità della vita e hanno diritto ad essere ascoltate per ricercare soluzioni”, conclude la missiva al presidente Mattarella.

Dino Frambati

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