Un presidio in via Fieschi, davanti alla sede del consiglio regionale, per dire no al nuovo forno crematorio a Staglieno.
Oggi pomeriggio i consiglieri regionali hanno ascoltato una delegazione di comitati locali per la regolamentazione sui forni crematori a Genova e in Liguria.
“È stato avviato un tavolo di lavoro per la creazione di un piano di coordinamento regionale per la gestione degli impianti di cremazione - dice Gabriella Rabagliati, portavoce del comitato delle Banchelle - Chiediamo di sospendere il progetto a Staglieno che prevederebbe cremazioni anche da fuori regione. Parliamo di 7 forni e, facendo un conto approssimativo, abbiamo calcolato circa 18 mila cremazione all’anno”.
Le preoccupazioni sulla realizzazione di un nuovo impianto sono soprattutto per la salute dei cittadini e per il rischio di inquinamento ambientale. Inoltre l’impianto di Staglieno sorgerebbe su un’area gravata da rischio idrogeologico.
Nei mesi scorsi in Regione si è discusso su un emendamento che chiedeva la sospensione di tutte le autorizzazioni per l’installazione nuovi forni crematori ma la discussione, anche con i cittadini, si è progressivamente arenata in un nulla di fatto.
I comitati denunciano anche un dialogo quasi inesistente con l’amministrazione comunale che sembra intenzionata a dare l’ok all’impianto.
“Siamo venuti a conoscenza del progetto a marzo del 2021, si dava già per scontata la realizzazione del progetto - continua Rabagliati - L’allora assessore del Comune di Genova Massimo Nicolò ci ha presentato il pacchetto già pronto. L’azienda promotrice ci ha detto che avrebbero lavorato 7 giorni su 7 e 24 su 24.
In circa 15 giorni abbiamo organizzato una raccolta firme dove abbiamo raccolto 938 adesioni che abbiamo consegnato alla segreteria del sindaco ma è stato tutto ignorato. Non abbiamo mai avuto contatti diretti con il sindaco”.