Per andare da Genova a Roma in treno ormai servono più di quattro ore e mezza. In autostrada, nemmeno a dirlo: cinque ore e mezza secondo Google Maps, ma cantieri e code rendono il viaggio un’incognita. In aereo ci si mette un’ora ma si rischia di spendere diverse centinaia di euro. Si arriva anche a mille euro per un’andata e ritorno.
E così i collegamenti tra il capoluogo e la Capitale sono sempre più complessi, per una tratta che interessa tanti liguri tra impegni di lavoro e tempo libero. Paradossalmente, nonostante si moltiplichino i lavori, i cantieri e gli investimenti (alcuni concretizzati, altri solo promessi) sui trasporti, più passa il tempo e più le due città si allontanano.
Il 2025 rappresenta forse l’apice della distanza tra Genova e Roma con un allungamento dei tempi su rotaia e con un’offerta di voli che di certo non va incontro ai viaggiatori: quattro collegamenti al giorno e prezzi alle stelle.
Almeno sulla carta, però, i vertici dell’aeroporto ‘Cristoforo Colombo’ hanno in mano la strategia per rilanciare lo scalo e, in particolare, per ampliare l’offerta di collegamenti con Roma.
In un’intervista rilasciata al Secolo XIX, il presidente Enrico Musso ha parlato di un imminente incontro con Ita (al momento unico vettore disponibile per la tratta Genova-Roma) per chiedere un ridimensionamento dei prezzi e l’aggiunta di almeno un volo al giorno. Oltre a definire “inaccettabile” l’innalzamento delle tariffe e le cifre raggiunte negli ultimi mesi.
La svolta, però, potrebbe essere l’introduzione di una nuova compagnia. Il ‘Colombo’, infatti, sarebbe anche alla ricerca di un nuovo vettore che possa offrire il Genova-Roma a prezzi maggiormente ragionevoli.
C’è poi la questione delle tasse aeroportuali (parliamo di circa cinque milioni di euro) che al momento sono in capo alle campagne che volano da Genova e che, nelle intenzioni di Musso, sarebbero da spostare verso il portafoglio di Regione Liguria, così come ha fato di recente l’Abruzzo per l’aeroporto di Pescara, scelta già adottata in passato anche da Friuli e Calabria.
Al netto di tante parole e di altrettante promesse, al momento resta un solo elemento concreto: andare a Roma, per i genovesi, è un’impresa. Ed è una condizione di isolamento che rischia di tracciare un solco con le altre grandi città del Nord. Da Milano e Bologna, come noto, raggiungere Roma è a dir poco semplice grazie a una fitta frequenza di Frecciarossa che coprono la tratta in tempi brevi (da Milano circa tre ore, da Bologna due), ma anche Torino è ben coperta grazie ai Frecciarossa che, passando da Milano, garantiscono di raggiungere la Capitale in meno di quattro ore e mezza. Da Milano, poi ci sono voli frequenti che avvicinano Roma rendendola meta facile da raggiungere anche tornando in giornata. Ma quello sembra essere del tutto un altro campionato.
Anche se, sulla carta, la politica e l’amministrazione regionale vogliono dare l’impressione di essere sempre in prima linea per i trasporti liguri, la realtà parla di numeri che non sono certo all’altezza del 2025, quando le altre grandi città riducono all’osso i tempi di percorrenza con la Capitale. E mentre Marco Bucci promette che si andrà a Milano in meno di un’ora, la distanza con Roma prende sempre più sostanza.