A Genova si respira male. Non è solo un’impressione, lo dicono i dati, lo confermano i rapporti ufficiali, lo dimostrano le centraline piazzate nei punti nevralgici della città. Le polveri sottili e il biossido di azoto restano un’emergenza cronica, una minaccia silenziosa che accompagna la vita quotidiana dei genovesi, soprattutto nei quartieri a maggiore densità di traffico e vicino al porto.
Secondo il “Bilancio Aria 2024 in Liguria” redatto da ARPAL, la qualità dell’aria a Genova mostra segnali di miglioramento, ma le criticità restano. In particolare, le stazioni di monitoraggio in corso Europa e via Buozzi hanno superato il limite annuale consentito per il biossido di azoto (NO₂), fissato a 40 microgrammi per metro cubo: rispettivamente, hanno registrato 48 e 41 µg/m³.
A peggiorare il quadro è anche il nuovo report Mal’Aria di città 2025 di Legambiente, che inserisce Genova tra le prime tre città italiane per concentrazione di NO₂, insieme a Napoli e Palermo. Un primato poco invidiabile, che rischia di pesare sulla salute pubblica.
Le fonti dell’inquinamento
Traffico urbano intenso, attività portuali, riscaldamento domestico e condizioni atmosferiche avverse: sono queste le principali cause dell’inquinamento atmosferico in città. Aree come corso Europa, via Buozzi e l’Acquasola sono tra le più colpite, così come i quartieri limitrofi alla zona portuale, dove l’attività delle navi contribuisce in maniera significativa alle emissioni. Ci sono foto, che fanno il giro del web, nelle quali si vedono chiaramente le colonne di fumo nero sprigionate dalle navi in partenza e in arrivo.
E se per le polveri sottili si registra un lieve calo (il PM10 è passato da 19 a 17,4 µg/m³ e il PM2.5 da 11 a 10,3 µg/m³, restando entro i limiti UE attuali) il nodo critico resta il biossido di azoto.
L’orizzonte del 2030
La situazione è destinata a complicarsi: dal 1° gennaio 2030 entreranno in vigore i nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria. Per il NO₂ il valore massimo sarà dimezzato a 20 µg/m³, e Genova, secondo Legambiente, dovrebbe ridurre le concentrazioni attuali di oltre il 50% per rientrare nei parametri.
Un’impresa difficile, che richiederà interventi strutturali e politiche ambientali integrate. “Serve un’azione decisa su clima, energia e mobilità - avverte WWF Italia - perché in gioco c’è la salute dei cittadini”.
Le misure del Comune
Il Comune di Genova ha adottato l’ordinanza 59/2023, tuttora in vigore, che prevede Zone a Traffico Limitato e Low Emission Zones con divieti di circolazione per i veicoli più inquinanti. Le restrizioni sono attive nei giorni feriali dalle 7 alle 19 e interessano due aree cittadine e riguardano anche ciclomotori e motocicli.
L’obiettivo è favorire il ricambio del parco veicoli, promuovere la mobilità sostenibile e contenere le emissioni urbane. Secondo ARPAL, queste misure stanno iniziando a produrre risultati, seppur limitati.
Qualità della vita in calo
Il tema ambientale incide anche sulla vivibilità urbana. Secondo l’ultima classifica de Il Sole 24 Ore, Genova è scesa al 41° posto su 107 province italiane per qualità della vita, perdendo tre posizioni in un anno. Se da un lato la città tiene sul fronte dei servizi e dell’offerta culturale, dall’altro paga il prezzo delle criticità ambientali e climatiche.
Nel frattempo, iniziative come “Aria Pulita” cercano di sensibilizzare la popolazione e offrire strumenti concreti (come azioni legali per chi ha vissuto in aree inquinate) mentre ARPAL continua a monitorare l’aria quotidianamente e a pubblicare bollettini aggiornati.