Chissà quante volte, entrando in un bar, è capitato di sentir chiedere un bicchiere ‘d’ægua du bronzin”. Oppure, entrando in casa di qualche ospite, sentirsi dire che l’acqua in tavola è proprio quella del bronzino.
Non c’è esempio migliore di genovesità.
L’acqua del bronzino non è altro che l’acqua del rubinetto. Bronzino, infatti, è il termine con cui si indicava proprio il rubinetto stesso e deve il suo nome dialettale al materiale di cui, storicamente, era fatto.
I rubinetti, infatti, erano spesso in bronzo e già nel Cinquecento la parola ‘bronzin' è attestata come in uso.
Ma attenzione a pensare che sia perché i genovesi non hanno voglia di spendere i soldi per acquistare l’acqua in bottiglia.
A Genova l’acqua è sempre stata una risorsa preziosa e gestita con grande attenzione. Lo dimostra l’acquedotto che portava l’acqua dalle prese in tutta la città. Quanto fosse importante, ancora, è testimoniato dai tanti barchini che decorano le piazze cittadine, fontanelle a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, oggi come allora.
L’acqua del bronzin che i genovesi amano bere è una delle acque migliori d’Italia ma è anche un modo di intendere la sostenibilità ambientale: bere acqua del rubinetto aiuta a ridurre il consumo di plastica lavorando concretamente per salvaguardare il territorio.














