Il corteo partito in mattinata dalla stazione di Brignole e diretto a San Benigno si è concluso poco prima delle 14, dopo aver attraversato le principali arterie del centro cittadino: via XX Settembre, via Roma, Largo Zecca, via Gramsci e via Milano. Una manifestazione molto partecipata, che ha visto in strada anche figure di rilievo internazionale come l’ex ministro greco Gianīs Varoufakīs, il giornalista statunitense Chris Hedges e l’artista Sabina Guzzanti. Presente anche alcuni rappresentanti della comunità ebraica ortodossa di New York.
La chiusura del corteo è avvenuta sulle note di Sumud, il brano che Roger Waters ha composto appositamente per l’occasione. Dal palco, gli organizzatori hanno ricordato: “Una persona che si chiama Roger Waters, ha scritto una canzone e ce l'ha dedicata. Adesso noi, e io non vedo nessun modo migliore per concludere questa bellissima giornata. Ringraziamo Roger Waters. Si chiama Sumud che è una parola che è difficile da dire: resilienza, resistenza. È quello che fanno i palestinesi da 70 anni. È quello che ci dobbiamo preparare a fare per noi, insieme a loro, per i prossimi 70. Non ci arrenderemo mai. Continueremo a fare i weekend lunghi, gli scioperi i blocchi delle armi. Tutto quello che sia necessario. Free Palestine. Viva Genova. Viva chi oggi ci ha accompagnato”.
La giornata era iniziata con una conferenza stampa, prima che il fiume di persone si mettesse in marcia. Durante il passaggio in darsena, il corteo ha ricevuto un inatteso sostegno anche dal mare: una piccola flottiglia ha raggiunto i manifestanti mostrando gli stessi striscioni che da mesi accompagnano le proteste genovesi contro la guerra a Gaza e contro le politiche militari occidentali. Tra gli slogan più visibili ancora una volta “No armi in porto”.
Su una delle imbarcazioni sono salite anche Greta Thunberg, Thiago Ávila e Francesca Albanese, in un gesto simbolico descritto dagli stessi attivisti come un “passaggio di consegne” tra le mobilitazioni dal mare e quelle sulla terraferma.
A Genova, la città da cui a fine agosto era salpata la Global Sumud Flotilla, gli organizzatori parlano ora di una “flotta di terra”, impegnata - dicono - a contrastare il genocidio in corso a Gaza e un sistema economico che continuerebbe a trarre profitto da guerre e sfruttamento.
La mobilitazione di oggi non si è però concentrata solo sulla Palestina. Nel mirino anche le politiche dell’Unione Europea e del governo italiano sull’aumento delle spese militari, considerate una minaccia per il già fragile welfare. “La sanità pubblica è al capolinea, la privata supera ogni tetto di spesa. La scuola vive le stesse difficoltà e i salari non hanno recuperato l’inflazione”, denunciano gli organizzatori.
Tra le ragioni dello sciopero indetto per la giornata figurano inoltre la richiesta di aumenti salariali, maggiori risorse per le pensioni e il ritorno dell’età pensionabile a 62 anni: rivendicazioni che hanno trovato spazio, insieme alla protesta contro la guerra, lungo tutto il percorso del corteo.






















