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Meraviglie e leggende di Genova | 03 marzo 2024, 08:00

Meraviglie e leggende di Genova - La prima pietra dell’Albergo Popolare

Realizzato nel 1906 in quella che oggi è piazza della Marina, l’edificio dapprima ospitò i migranti in attesa d’imbarco, poi divenne la caserma dei Vigili del Fuoco, demolita in modo spettacolare quasi novant’anni più tardi

Foto da Genova com'era

Foto da Genova com'era

Se ne discuteva già da qualche tempo della necessità di costruire un edificio per dare alloggio a chi, da lì a qualche giorno, si sarebbe imbarcato in cerca di fortuna per raggiungere l’altra parte del mondo.

Un sostegno a chi decideva di lasciare tutto indietro, affetti compresi, investendo i pochi e unici risparmi per comprare quel biglietto di sola andata.

Chissà se per caso o per scelta, proprio dove leggenda vuole siano arrivati i primi genovesi, quell’Arx Jani, il Seno di Giano che sul finire dell’Ottocento aveva visto il suo profilo completamente stravolto dai nuovi assetti dell’Industrializzazione, stava per diventare quella porta da attraversare con la speranza di una nuova vita.

Nello spazio che oggi ospita l’area della Marina, proprio al di sotto di piazza Sarzano e di Campo Pisano, si decise di costruire l’Albergo Popolare intitolato a Cesare Battisti e offrire un tetto ai migranti.

Genova seguì così l’esempio di Milano e di Firenze che, appena pochi anni prima, avevano realizzato edifici per dare riparo agli indigenti.

Il 30 ottobre del 1905 avvenne la posa della prima pietra, un grande concio estratto dalla cava di San Martino d’Albaro. Il blocco, tenuto da due catene, venne posizionato al centro dello spazio appena sbancato.

Alle spalle, l’oratorio di Sant’Antonio Abate dominava dall’alto la scena mentre, ancora più su, dal fitto susseguirsi delle alte case del quartiere di via Madre di Dio, tagliate orizzontalmente dal ponte di Carignano, svettava la basilica dei Sauli, quella Santa Maria Assunta che diede origine addirittura a un modo di dire.

Nello slargo, una folla come mai prima d’allora si era radunata per assistere all’avvio dei lavori e tutto era pronto. 

Ma, prima di procedere, era necessario solo l’arrivo dei Savoia: i reali, vista la giornata importante per la città, avevano deciso di prendere parte alla cerimonia di inaugurazione del cantiere e, come raccontano i giornali dell’epoca, arrivarono in piazza poco prima delle 14,30.

Un grande baldacchino a pianta circolare, come mostrano alcune foto, sormontava la prima pietra mentre, tutto attorno, si faceva un gran sventolare di bandiere di Genova.

Un anno più tardi, nel 1906, l’edificio venne ultimato e divenne l’alloggio di tanti in procinto di imbarcarsi per il nuovo mondo.

Tre anni dopo, poco distante, venne costruita la Casa della Gente di Mare, alloggi per marinai senza occupazione in attesa di imbarcarsi.

Quando non ci fu più bisogno dell’Albergo Popolare, la struttura venne riconvertita e accolse la Caserma dei Vigili del Fuoco.

La Caserma rimase operativa fino all’inizio degli anni Novanta: nel 1992, preceduta da tre colpi di sirena, un’esplosione controllata innescata da migliaia di micce e duecentosessanta chili di nitroglicerina fece adagiare l’edificio su sé stesso.

Un momento spettacolare immortalato da centinaia di foto e raccontato in numerosi articoli di giornale. In pochi istanti, gli oltre venticinquesima metri quadrati dell’edificio vennero rasi al suolo.

Non lo dimenticarono mai nemmeno i poveri tre malcapitati colpiti da una pietra, spinta via dall’esplosione.

Isabella Rizzitano

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