L’arrivo di Chicco Evani e Attilio Lombardo, bandiere della Samp D’Oro e protagonisti dello storico scudetto del 1991, aveva ridato speranza a una piazza che da troppo tempo viveva con lo spauracchio della retrocessione.
L’esito del campo, però, ha condannato la Sampdoria a una Serie C che sa di fallimento, soprattutto per quanto riguarda la gestione del club.
A nulla è valso il monte ingaggi tra i più alti della serie cadetta e quello che per tanti è un verdetto sportivo, per molti è una ferita profonda, soprattutto per chi ha vissuto i fasti di una delle squadre più amate del calcio italiano.
Lo dice chiaramente Giuseppe Dossena, ex centrocampista e protagonista dello Scudetto, il primo e unico della storia del club blucerchiato, che segna una stagione di trionfi sportivi, in Italia e non solo.
Senza mezze misure, Dossena evidenzia una situazione drammatica: “Sono stati commessi una serie catastrofica di errori forse per indifferenza, incapacità e poca percezione del pericolo. Un pericolo che si stava percorrendo già da mesi, non solo negli ultimi giorni”.
Impegnato a un congresso FIFA in Paraguay, Dossena non si esime dall’individuare le responsabilità: “Farsi sorprendere così, non essere pronti a guidare un club con una storia come quella della Sampdoria, è dannoso. Gli errori sono ovvi, ma se continui ad affidarti al primo che passa, c’è poco da fare. Il calcio non è un passatempo: è una cosa seria e va trattata come tale”.
L’ex centrocampista, campione del mondo nel 1982, racconta anche lo sgomento internazionale che ha accompagnato la notizia della retrocessione: “Diverse persone da più parti del mondo erano increduli. Tutti ricordavano lo scudetto della Samp, nessuno si spiegava come potesse finire così”.
Anche il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha commentato con dispiacere la caduta dei blucerchiati: “È una perdita incredibile per il calcio, sia di Serie A che di B. Nell’arco di due anni, una società così storica è finita in C: credo che questa vicenda apra una ferita nel racconto dei valori del nostro sport. Ma le leggi del calcio sono queste: nulla è scontato”.
Nonostante l’amarezza, Gravina guarda al futuro con speranza: “Siamo convinti che una società così blasonata avrà modo di poter risalire in tempi molto rapidi”.
E se l’augurio per i blucerchiati è quello di tornare presto a contendersi piazzamenti ben più prestigiosi, magari ripercorrendo i passi di altri club blasonati che hanno vissuto momenti simili nella propria storia, non manca la riflessione sul futuro, legata alle decisioni della società.
L’unica cosa certa è l’attaccamento dei tifosi che hanno sempre incoraggiato i giocatori in campo continuando a crederci fino al triplice fischio di ieri sera e che ora si preparano a sostenere ‘quei colori magici’ perché la Samp possa tornare presto a farli sognare.