Roberto Mancini, simbolo della Sampdoria dello scudetto e tuttora punto di riferimento per i tifosi blucerchiati, ha parlato della retrocessione in Serie C della squadra genovese in un’intervista al Secolo XIX. Un momento durissimo per la società e per tutto l’ambiente, ma Mancini si dice certo che il sostegno dei tifosi, da sempre speciali, non mancherà nemmeno in questa fase così delicata.
Con il figlio Andrea richiamato nel ruolo di direttore sportivo al posto di Pietro Accardi a sei giornate dalla fine del campionato, Mancini ha voluto far sentire concretamente la sua vicinanza. È tornato più volte a Bogliasco, affiancando un progetto tecnico guidato da Alberico Evani e Attilio Lombardo, due figure di fiducia con cui aveva condiviso anche l’avventura in Nazionale.
Sotto la guida di Evani, la Sampdoria ha ottenuto una media di 1,5 punti a partita. Numeri che, se fossero stati raggiunti sin dall’inizio del campionato, avrebbero potuto portare addirittura ai playoff. Tuttavia, Mancini invita a non soffermarsi su quello che sarebbe potuto accadere, ma piuttosto a metabolizzare quanto successo e a guardare avanti.
Il dolore dei tifosi è grande, comprensibilmente, anche perché la Sampdoria non era mai scesa così in basso nella sua storia. Mancini, però, si dice fiducioso: crede che i sostenitori continueranno a stare vicino alla squadra anche in Serie C, certi che da momenti tanto bui possa nascere una nuova fase.
Riguardo al futuro, spiega che è ancora troppo presto per fare previsioni: si è da poco concluso un campionato pesante e il tempo del bilancio e della pianificazione arriverà solo dopo. Andrea Mancini ha ancora un anno di contratto, ma con lui – racconta Roberto – per ora si è parlato solo in modo informale, senza affrontare scenari a lungo termine.
Non manca un accenno alla situazione societaria. L’ex capitano si guarda bene dal giudicare decisioni e dinamiche che non ha vissuto direttamente, avendo seguito solo qualche allenamento nel finale di stagione. Quel che è certo, dice, è che la retrocessione ha fatto rumore anche all’estero, perché la Sampdoria è un nome importante non solo in Italia, ma a livello internazionale.
Mancini non ha ancora avuto contatti con il presidente Manfredi né con interlocutori stranieri, ma è consapevole della difficoltà del momento. Non esclude che il percorso di risalita sarà lungo, come già accaduto ad altre grandi piazze – da Napoli a Bologna, da Parma a Verona – precipitate in Serie C e poi tornate in alto solo dopo anni complicati.
Infine, un messaggio chiaro all’ambiente blucerchiato: ora più che mai serve compattezza. Secondo Mancini, l’unico modo per ripartire è restare uniti, facendo leva sul legame profondo che da sempre lega squadra, città e tifosi.