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Cultura | 12 dicembre 2023, 08:00

Librai per amore - Gaetano Invelenato, mezzo secolo tra Galleria Mazzini e via Cantore

È uno dei più esperti che operano sulle bancarelle: “Pensare che facevo il finanziere. Poi il mio ex capo mi ha portato in piazza Colombo: e lì la mia vita è completamente cambiata”

Librai per amore - Gaetano Invelenato, mezzo secolo tra Galleria Mazzini e via Cantore

Prosegue questo martedì, e andrà avanti per ogni settimana, un servizio seriale de La Voce di Genovadedicato ai librai che operano nelle varie bancarelle della città. Lo abbiamo chiamato Librai per amoreperché solamente una grande passione, oltre che unenorme competenza, anima queste persone e le fa resistere con piacere per tante ore in strada, in qualsiasi condizione climatica. Vi racconteremo le loro storie, anche in concomitanza con la Fiera del Libro in Galleria Mazzini che ha preso il via il 1° dicembre.

 

Da finanziere a libraio: la storia di Gaetano Invelenato sembra provenire direttamente dalle pagine di uno dei tanti volumi che nel corso dei suoi cinquantaquattro anni di attività ha maneggiato, venduto, consigliato. 

Siciliano di origine, uno degli storici librai che anima la bancarella davanti alla farmacia in questa edizione della Fiera del Libro in Galleria Mazzini ha vissuto in Germania da ragazzo insieme a cugini ed amici, dopo aver perso la mamma giovanissimo, per poi tornare nella sua terra natale e iniziare la carriera in caserma a Imperia. Una carriera, però, che non lo ha mai soddisfatto veramente. “Mi trasferirono a Genova, e qui ho ritrovato il mio ex capo: lui era un appassionato di libri, aveva una bancarella in piazza Colombo e faceva già le fiere. Mi piaceva lavorare con lui, ho deciso di fermarmi e di licenziarmi dalla finanza per seguire solo questo percorso”.

Erano anni d’oro, effettivamente, per chi ci sapeva fare: “Guadagnavo, lavorando come dipendente, circa centocinquantamila lire al mese e avevo il pranzo pagato, era quasi il doppio dello stipendio da finanziere. Era una bella cifra davvero, e mi piaceva anche farlo. Dopo un po’, il mio principale mi disse che ero pronto a prendere la licenza, che il momento era propizio… così ho iniziato a camminare da solo, con le mie forze”. 

Erano i tempi in cui Sandro Pertini passeggiava per Galleria Mazzini, e con lui tanti personaggi politici e del mondo del cinema: “Era una Fiera grandiosa in quegli anni, costava avere il banco ma si guadagnava bene e venivano ammortizzati i costi se si sapeva lavorare. Mi ricordo la mia prima edizione, avevo la bancarella mezza vuota. Ho provato a prendere qualche volume da vendere da un grossista, ma non ero convinto dei titoli che mi voleva dare e così ho lasciato perdere: ‘meno e meglio’ era il mio motto: preferivo lavorare con quello che avevo, anche se era poco. Poi ho iniziato nel tempo a comprare anche da altri colleghi, avevo fiuto per queste cose”.  

La capacità imprenditoriale ha aiutato Invelenato a vincere anche il premio per la miglior bancarella a metà degli anni Settanta: “Mi avevano dato il riconoscimento per l’esposizione e la qualità dei volumi, ero molto soddisfatto. Per più di quindici anni sono stato anche presidente della Fiera, cercando di rispettare i vicini e di mettere tutti d’accordo. Oggi però non potrei più farlo, c’è la tecnologia di mezzo, e io la uso solo per le cose indispensabili”. 

La bancarella di Invelenato, oltre a essere sempre presente alla Fiera del Libro si trova a Sampierdarena, in fondo a via Cantore. “Erano anni d’oro, quando me l’hanno assegnata avevo anche chiamato mio fratello per darmi una mano. Genova è una città che ho sempre amato, mi ricorda un po’ casa mia in fondo. 

Poi qui ho conosciuto mia moglie, anche lei non è genovese ma ciociara, di Sora, abitava vicino a Vittorio De Sica. Era ed è ancora una donna bellissima, ha dieci anni meno di me e ci siamo sposati dopo otto mesi, quasi subito. Devo ammettere che subito avevo un po’ paura, i miei genitori sono mancati giovani e temevo capitasse anche a me… però abbiamo comprato casa, sono nati i nostri figli Martina e Filippo e abbiamo anche lavorato per tanti anni insieme, mi dava una mano. Oggi gli affari continuano ad andare, vendo tantissimi libri per bambini”.

 

È proprio Filippo a portare avanti il lavoro da libraio insieme al papà, oltre a gestire una libreria a Laigueglia: “Mio figlio è bravissimo, abbiamo impostato il lavoro in libreria come se fosse una bancarella e gli affari vanno bene. Lui è bravissimo, conosce tutto” commenta con una punta di orgoglio nella voce.

Invelenato commenta l’attuale Fiera del Libro con un po’ di nostalgia dei tempi che furono: “Fino ai primi anni 2000 abbiamo lavorato benissimo, si guadagnava e ci si toglievano tante soddisfazioni. Oggi purtroppo gli stipendi non bastano alle persone, ci sono meno soldi in giro e questo inevitabilmente incide sulle vendite. Tanti rinunciano a spese superflue, tra cui quelle sui libri. Io personalmente continuerò a lavorare, è un mestiere che mi lascia libero e sono sempre bellissime esperienze; un domani, poi, sarò mio figlio a portare avanti la bancarella e a essere presente alla Fiera”. 

Prima di salutarci, riaffiora un ricordo: “Oltre ai libri, ho anche dei dischi, tra cui molti 45 giri dei Beatles… mi ricordo che, in Germania, ero stato a vederli e suonavano come gruppo di apertura di Mino Reitano, che allora era un eroe per i tedeschi, mentre il gruppo di John Lennon era ancora sconosciuto… erano altri tempi, sembrava quasi di vivere in una favola a volte”.

Chiara Orsetti

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