C’è una piccola raffigurazione che molti passanti sfiorano senza accorgersene, e che invece racconta secoli di storia nascosta.
In cima a salita Santa Caterina, sulla facciata di uno dei palazzi che delimitano la strada, si trova una piccola lastra di marmo su cui sono incise le figura di due incappucciati, il cui corpo è avvolto da una tunica.
Chi era quegli incappucciati?
Quelle due figure che oggi restano a memoria sarebbero i disciplinati di San Giacomo delle Fucine che qui, un tempo, avevano un oratorio fatto costruire da un tintore, tal Giovanni Clavarino, nel 1419.
I disciplinati erano uomini di fede che percorrevano strade e vie a volto coperto, recitando preghiere e infliggendosi penitenze.
Questi penitenti si dedicavano anche ad assistere poveri e malati, in modo particolare durante le grandi pestilenze che, ciclicamente, hanno colpito Genova e non solo.
Una presenza oggi per noi inusuale ma che nella Genova del Medioevo era tutt’altro che tale.
La rappresentazione che si incontra oggi all’altezza del civico 21 r della via riporta la data del 1574 e mostra i due confratelli uno nell’atto del cilicio e uno in un gesto di benedizione.
La salita, che prende il nome dal monastero di Santa Caterina d’Alessandria, fondato nel XIII secolo dalle Clarisse, oggi custodisce una ‘pietra parlante’, una testimonianza che continua perpetua a ricordare la storia della città.
Oggi Salita Santa Caterina è una via elegante, animata da uffici, negozi e il viavai quotidiano. Eppure basta alzare lo sguardo per incontrare gli incappucciati e immaginare le confraternite, le loro processioni, le campane e il mutuo aiuto.
