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Cultura | 02 luglio 2022, 16:22

Uno scorcio della Voltri antica compare su un affresco a Carloforte

Ulteriore testimonianza del rapporto stretto tra il Ponente genovese e la Sardegna: la scoperta nella chiesa dei Novelli Innocenti, grazie agli studi di Natalia Lapicca e Matteo Frulio

Uno scorcio della Voltri antica compare su un affresco a Carloforte

Uno scorcio di Voltri riemerge dalle mura della chiesa dei Novelli Innocenti di Carloforte. Una scoperta che ora si può attribuire con la quasi totale certezza grazie agli studi congiunti di Natalia Lapicca e Matteo Frulio, lei guida turistica di Carloforte, lui architetto voltrese, esperto delle trasformazioni storiche paesaggistiche del genovesato.

Una trentina di anni fa, dai lavori di restauro della chiesa dei Novelli Innocenti, classificato dalla Soprintendenza come bene monumentale, riemerse dall’intonaco un paesaggio che subito parve ispirato più a una veduta ligure che sarda. Se già da una prima analisi e confronti con incisioni ottocentesche la corrispondenza con Voltri pareva plausibile, grazie al ritrovamento di un quadro la conferma è arrivata in questi giorni, nell’ambito della discesa del Cristo Moro di Multedo e del Corteo Storico di Voltri per suggellare ancora una volta il legame tra Pegli, il Ponente genovese e la comunità carolina. Si tratta di un ex voto settecentesco, custodito nel Santuario di N.S. delle Grazie a Voltri. La tela rappresenta una madre e una figlia scampati a un’alluvione per cui lo scorcio è mostrato in una maniera inusuale rispetto alle incisioni ottocentesche che già erano note.

“In questo quadro - spiega Matteo Frulio - compare la medesima torre che nelle incisioni ottocentesche invece non appariva più, proprio perché inglobata successivamente negli edifici. Era l’elemento architettonico che non combaciava. Ma nel ’700 quella torre evidentemente esisteva ancora ed era probabilmente la Torre del Capitano di Voltri”. Corrispondono i tetti degli edifici, la struttura del ponte a due arcate con le rampe di discesa nei borghi storici della delegazione, così come corrisponde il paesaggio rurale attorno, all’epoca di proprietà dei Lomellini, altra famiglia legata storicamente alle vicende dei tabarchini e degli abitanti di Carloforte.

“La Chiesa dei Novelli Innocenti è una chiesa di origine altomedievale modificata nei secoli grazie agli interventi della famiglia Porcile e della sua ultima discendente Limbania, nomi che ricordano nuovamente presenze voltresi nel territorio. Ci saranno ulteriori studi e ricerche da fare proprio a riguardo di questi personaggi”. 

Per l’occasione, grazie alla collaborazione delle Sorelle Clarisse del Santuario delle Grazie, è stata consegnata la copia fedele dell’ex voto voltrese al parroco della chiesa di San Pietro, don Daniele Agus e che sarà collocata nella chiesa dei Novelli Innocenti.

Negli scorsi giorni l’Arciconfraternita di Multedo (rappresentata dal priore Emanuele Montaldo), che già aveva consegnato il cristo Tabarchino per i festeggiamenti della Madonna dello Schiavo, ha reso nuovamente omaggio a Carloforte con la presenza del Cristo Moro, ricevendo assieme all’Arciconfraternita dei SS. Nicolò ed Erasmo un attestato dal sindaco Stefano Rombi. Collegamenti storici e contemporanei con il Ponente genovese che continuano a più di trecento anni di distanza e che continueranno nei mesi a venire anche grazie a ricerche coordinate assieme ad Andrea Luxoro, membro della confraternita locale e dell’Associazione Saphyrina.

Alberto Bruzzone

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